A guardar te, Fio, ti viene da pensare che l’umanità non sia poi da buttar via.
A distanza di pochi mesi dall’uscita nelle sale italiane dell’ultimo capolavoro cinematografico e recente vincitore del premio Oscar come miglior film di animazione Il ragazzo e l’airone, catturati dall’entusiasmo che i cinema gremiti di persone hanno suscitato in noi, viene spontaneo ricordare quello che è uno dei più grandi capolavori cinematografici di Hayao Miyazaki, Porco Rosso, prodotto dallo studio Ghibli, fondato dal regista insieme al compianto maestro Isao Takahata (tra i suoi maggiori lavori ricordiamo La storia della principessa splendente e La tomba per le lucciole).
Italia, Mare Adriatico: è il 1929 e il protagonista di questa storia è un maiale umanoide, soprannominato Porco Rosso, pilota di un idrovolante scarlatto, che si batte contro i famigerati pirati del cielo «a rischio del suo onore, della sua donna e dei suoi beni», lì dove fluttuano isole di nuvole abbracciate dal sole e dal mare che riscaldano e puliscono gli animi degli aviatori.
Porco Rosso – il suo vero nome è Marco Pagot – è un ex asso della neonata aeronautica militare italiana, in cui ha militato durante la Prima guerra mondiale. Dopo essere stato tramutato in un maiale umanoide, decide di andare a vivere da solo in un piccolo isolotto nell’Adriatico. A fargli compagnia ci sono solo una radio, la sua casetta, la spiaggia e il suo idrovolante rosso fiammante, con cui si guadagna da vivere come mercenario battendosi contro i pirati del cielo. Marco è un pilota carismatico, amato dai suoi amici ma odiato dai suoi rivali, in particolare da Donald Curtis, anche lui aviatore, venuto dagli Stati Uniti d’America in aiuto della coalizione dei pirati del cielo, formatasi da poco. Insidia inoltre madame Gina, proprietaria di un albergo situato in una delle isole del mar Adriatico e amica d’infanzia di Porco Rosso, di cui il nostro protagonista è segretamente innamorato. Durante un duello nel cielo, Donald Curtis infligge un duro colpo a Marco, il quale è costretto ad andare a Milano per far riparare il suo idrocaccia gravemente danneggiato.
In questa avventura appare anche la giovane Fio Piccolo, nipote del meccanico e progettatore di idrovolanti signor Piccolo, proprietario dell’omonima ditta, dove Porco porta il suo idrovolante per le riparazioni. Fio è intelligente, curiosissima, dotata di un immenso talento nella progettazione di aerei e si ritrova a seguire Porco fino al mar Adriatico per affrontare la nemesi del nostro protagonista. Fio prova una profonda stima per Marco Pagot: suo padre le ha raccontato storie incredibili sull’eroe che ha salvato innumerevoli vite durante la guerra. Ma perché Marco è diventato un maiale e cosa potrà farlo tornare alla sua vecchia forma? Solo Fio può scoprirlo e riportare il nostro protagonista al suo vero aspetto.
Lo studio Ghibli, sin dall’inizio, ha sorpreso gli appassionati del cinema con il suo formidabile e caratteristico stile di disegno e di animazione. Nel caso di Porco Rosso, i colori chiaroscuri vengono esaltati dalla fotografia e il montaggio è impeccabile, soprattutto nelle scene di volo e di battaglia aerea. Di memorabili bellezza sono quelle in cui l’idrovolante scarlatto del protagonista si alza in volo dal fiume che scorre nella strana città di Milano immaginata da Miyazaki; oppure la scena in cui sorvola l’albergo di Gina e inizia a fare piroette per portarle il suo saluto. Indimenticabile è anche quella che vediamo durante uno dei racconti di guerra di Marco a Fio: una lunga distesa di idrovolanti volano in cielo con il motore spento, mentre lui, con il suo vecchio velivolo dell’aeronautica militare, si trova più in basso e guarda una misteriosa nube.
Il tutto è diretto da un’incredibile regia, che mette in risalto le relazioni tra i personaggi e le loro idee, le passioni, le ossessioni e gli amori; personaggi che sono ricorsivi della poetica di Miyazaki, pur essendo diversi tra loro nel disegno e nello stile. Marco è ormai un mercenario, che tuttavia lotta non per denaro ma perché pensa di essere l’unico che può portare la giustizia nei cieli del mar Adriatico, rifiutandosi di affiliarsi a un governo fascista e di essere un portatore di morte, come lo era stato durante la Prima guerra mondiale. Madame Gina è una donna incrollabile, che ha affrontato molti lutti e che gestisce da sola un hotel: tutti la corteggiano, la amano e la stimano sinceramente. Fio è una ragazza coraggiosa, avventurosa e talentuosa, e che ama il lavoro che le ha trasmesso il nonno; quest’ultimo vede in lei quelle capacità che nei suoi figli più grandi, emigrati in America in cerca di lavoro a causa della grande crisi economica, non è mai riuscito a vedere. Fio non esita a partire insieme a Porco per aiutarlo a combattere contro l’americano Curtis e sciogliere quella che Gina ha chiamato la “maledizione”, ovvero, la sua trasformazione in maiale. Infine, abbiamo l’ambizioso Donald Curtis, pilota statunitense che ha ricevuto in dote il velocissimo Curtiss R3C e che è giunto in Italia in cerca di gloria: la sua ossessione è quella di sconfiggere Porco Rosso in un duello aereo e avere in sposa Fio, per poi – come confida a Gina – diventare un attore e, perché no, anche il Presidente degli Stati Uniti.
Risaltano con particolare spessore le due protagoniste femminili, Gina e Fio, indimenticabili e ben caratterizzate, come tutti i personaggi femminili che Miyazaki ha messo in scena nelle sue opere. Tra di esse ricordiamo, ad esempio, Nausicaä, la protagonista del manga e del film animato dal titolo Nausicaä dalla valle del vento, oppure Chihiro in La città incantata e Sophie ne Il castello errante di Howl. L’importanza della figura femminile e del suo ruolo all’interno dei film di Miyazaki è uno dei temi centrali nella poetica del maestro giapponese. Le donne, per lui, sono soprattutto grandi lavoratrici. Nell’immaginario di Miyazaki, infatti, a causa della crisi economica in seguito al crollo di Wall Street del 1929, gli uomini sono emigrati all’estero in cerca di lavoro. Nel film, a lavorare sull’idrovolante di Porco Rosso quando viene portato nella fabbrica del signor Piccolo, ci sono solo operaie.
L’Italia, gli idrovolanti e i due piloti italiani citati nel film, realmente esisti – Francesco Baracca, detto “lo stallone nero” e Adriano Visconti, soprannominato “il lupo del Tevere” –, dimostrano l’amore che il regista prova per la storia italiana e per il volo, altro tema a lui molto caro e che troviamo in tutti i suoi film. Mi viene in mente Si alza il vento, in cui appare tra i personaggi anche Giovanni Battista Caproni, ingegnere aeronautico e imprenditore italiano diventato famoso proprio per i suoi idrovolanti.
Porco Rosso è un film di cui si è parlato molto anche per le sue tematiche antifasciste e libertarie, ed è una delle poche opere del maestro Miyazaki in cui vediamo una presa di posizione politica netta. Durante il ventennio fascista, Porco è ricercato dalla polizia segreta a causa di un mandato di arresto per «non collaborazione statale, espatrio e rimpatrio clandestini, idee degenerate, crimine d’essere un maiale di sfrontata indolenza e di esposizione d’oscenità». E Marco non può accettare di portare la bandiera di un regime che non gli permette di volare in cielo e sentirsi libero di vivere la sua vita come più gli piace. Un pomeriggio, al cinema con un suo vecchio compagno, il maggiore Ferrarin, durante la visione di un film d’animazione in cui un maiale rapisce una lupa, salvata poi da un lupo nero, Porco afferma: «Piuttosto che diventare un fascista meglio essere un maiale».
Perché Marco Pagot sia stato tramutato in un maiale rimane un mistero, ma possiamo intuire, dal dialogo con Fio, che si sia trasformato a causa della vergogna di essere sopravvissuto in battaglia, mentre i suoi commilitoni sono morti senza che lui potesse fare nulla per salvarli. «Quelli bravi erano che sono morti», afferma Marco, e il disonore di essere sopravvissuto lo ha costretto a volare da solo. Tuttavia, come nelle favole più conosciute, la maledizione può essere sciolta dall’amore.
Porco Rosso è uno dei migliori film di Hayao Miyazaki, un capolavoro della cinematografia mondiale e del mondo dell’animazione. Un elogio alla libertà individuale che le persone hanno sognato di conquistare da quando hanno alzato gli occhi al cielo e hanno visto volare i gabbiani sopra il mare. Una libertà per coloro che rifiutano la violenza di un regime o della guerra, perché «sia il cielo che il mare, entrambi, lavano gli animi di tutti loro».
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Il nostro giudizio
Nato a Palermo nel 1992, si diploma presso il liceo scientifico statale Benedetto Croce della propria città. Subito dopo la scuola ha iniziato gli studi di recitazione e di approfondimento di teatro e cinema, le sue passioni.
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