6 Luglio 2021

Vedere attraverso il buio, guardare oltre la siepe. “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee

di Dacia Di Pino

To Kill a Mokingbird

Questo è il titolo originario del capolavoro di Harper Lee: Uccidere un usignolo.

Harpeer Lee

Pubblicato nel 1960, racconta le vicende di una piccola cittadina dell’Alabama, Maycomb, e della famiglia Finch nel periodo della Grande depressione, ovvero negli anni ’30 del ‘900. A Maycomb le classi sociali sono rigidamente fissate e non c’è posto per chi è diverso, per chi si distingue, fosse anche per il colore della sua pelle.

 In questa rigida cittadina il razzismo non è considerato neanche tale: è semplicemente un atteggiamento condiviso, radicato nella mentalità e nelle tradizioni dei paesani. E quando Tom, un lavoratore di colore delle piantagioni di cotone, viene accusato di aver violentato una ragazza bianca, a nessuno verrebbe in mente di difenderlo, di ascoltare la sua versione dei fatti. A nessuno, tranne che all’avvocato Atticus Finch.

La storia, raccontata tramite lo sguardo limpido della piccola Scout, la figlia di Atticus, procede, con tono talvolta ironico e talvolta straordinariamente preciso e oggettivo, in un climax ascendente, in cui appare e spicca un altro importante personaggio: Boo Radley, un uomo da tutti considerato pericoloso a causa del suo comportamento fuori dalle norme.

 La scrittrice ci presenta così due facce della stessa medaglia: la paura del diverso, di tutto quello che l’uomo non riesce a comprendere, di quel buio oltre la siepe delle nostre convinzioni, delle nostre idee, che ci spinge ad allontanare, a isolare, ad additare come mostruoso e sbagliato tutto quello che non corrisponde all’immagine di perfezione verso cui siamo abituati a tendere.

Dall’altra parte, si nota come sia attraverso l’innocenza dei bambini che la storia è raccontata, da occhi non ancora appannati dalle convinzioni e dai pregiudizi, ma che sono capaci di vedere le cose per quello che sono, e un uomo per quello che è

Il romanzo di Harper Lee ha avuto un successo straordinario, tanto da essere trasposto in pellicola cinematografica due anni dopo la sua pubblicazione, forse proprio per la chiarezza e precisione con cui l’autrice statunitense racconta ed espone temi di così grande importanza e, allo stesso tempo, di profonda delicatezza. Un romanzo che sicuramente ha emozionato migliaia di lettori nel corso degli anni e che ha insegnato a quei migliaia di lettori a prendersi cura di quell’usignolo che è dentro ciascuno di noi, quell’innocenza che ci permetterebbe di vedere al di là della nostra piccola siepe, di guardare dritto dentro quel buio e non avere paura delle differenze e di ciò che è straniero, poiché tutti siamo diversi nella nostra unicità.

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Il nostro giudizio


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