8 Gennaio 2021

“Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia

di Dacia Di Pino

E colui che non vorrà combattere per una tale speranza, che vada a casa e a letto e se si alza sia oggetto di scherno e di meraviglia come la civetta quando di giorno compare

Enrico VI, William Shakespeare

Da questa citazione dell’Enrico VI di Shakespeare, Leonardo Sciascia trasse ispirazione per il titolo del suo romanzo più celebre. Ed è proprio come la civetta che di giorno compare il protagonista di questo libro, il capitano Bellodi, che si ritroverà a combattere, per amore della giustizia, contro un sistema corrotto, contro la più terribile e reale delle organizzazioni a delinquere, la mafia, ma soprattutto contro quella sicilitudine di cui spesso Sciascia parlava, quell’atteggiamento omertoso radicato nella mentalità e nella tradizione di un popolo abituato al silenzio. Quando inizia a indagare sull’omicidio dell’imprenditore Salvatore Colasberna, Bellodi non immagina che dovrà scontrarsi contro un muro più resistente e forte della legge e della giustizia, un muro che non sarà in grado di abbattere nonostante i suoi sforzi, l’evidenza e l’inconfutabilità delle prove. Grazie al suo stile veloce e articolato, Sciascia ci mostra i passaggi di un’inchiesta destinata ad essere ridotta al silenzio, ma ci mostra anche la tenacia e la caparbietà di un uomo che non arretra mai di fronte a ciò che è giusto nonostante venga, come la civetta che appare di giorno, deriso e schernito. Il capitano Bellodi altro non è che l’incarnazione della legge e della giustizia , che non dovrebbe piegarsi davanti ai giochi di potere, ma rimanere salda nelle sue posizioni e non lasciarsi corrompere, perché l’unica cosa che distingue l’uomo dall’animale, è proprio la legge. O così dovrebbe essere.

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