17 Ottobre 2022

Storia di vita e di amore. “Stoner” di John Williams

di Adele Licciardi

Stoner di John Williams ha una storia editoriale che non è nuova in questo panorama. Pubblicato nel 1965, finì nel dimenticatoio per parecchi decenni, fino a essere riedito nel 2006 dalla New York Review Books, mentre oggi, in Italia, il romanzo appare tra i cult della collana Oscar Mondadori. 

Fonte: labibliotecachevorrei.it

Lo stesso John Williams non si era illuso sulla possibilità che il suo romanzo potesse riscuotere successo portando con sé un “alto potenziale di vendite”, come dimostra lo scambio epistolare avvenuto nel 1963 tra lo scrittore e la sua agente letteraria Marie Rodell. Nonostante il racconto venisse elogiato per la scrittura e la costruzione, infatti, i primi tentativi di trovare una casa editrice disposta a pubblicare Stoner furono fallimentari, e soltanto nel 1964 la Viking Press si incaricò di curare e dare alle stampe il romanzo.

Ma perché Stoner incontra queste resistenze prima della pubblicazione ufficiale?

Il romanzo narra la vita di William Stoner nei decenni che vanno dal 1910 al 1956, un bracciante che avrebbe condiviso la sorte degli altri contadini se nel 1910 il padre non avesse deciso di iscriverlo all’università del Missouri. Nel suo piano iniziale il corso di agraria avrebbe contribuito ad apportare delle migliorie ai lavori nei campi, grazie alle nuove tecniche che il ragazzo, una volta apprese, avrebbe riportato nelle terre natìe. 

In realtà, questi, totalmente rapito dalla letteratura e dalla poesia, inizierà il suo percorso come allievo del corso di letteratura, per poi diventare insegnante in quella stessa Università. Accanto, o attraverso, lo Stoner insegnante, la narrazione procede costruendo tassello dopo tassello la sua vita, il suo amore per Edith, il matrimonio, le difficoltà lavorative, le passioni folgoranti, la malattia finale. 

Con una scrittura chirurgica e priva di perifrasi altisonanti, il romanzo racconta semplicemente la vita di William Stoner, e forse è questo il motivo che ha portato le case editrici a rifiutare il testo e a non considerarlo un possibile successo letterario. 

John Williams, con una grande abilità descrittiva, costruisce l’impalcatura e le fondamenta di una vita normalissima che scorre parola dopo parola, avvenimento dopo avvenimento, e che diventa specchio della vita reale che esiste fuori dal testo. Il protagonista, infatti, è lontano dall’essere perfetto e, di sicuro, non è un eroe. William Stoner è semplicemente un uomo che impara a definire se stesso grazie alla poesia e all’insegnamento – fulcro della sua essenza e ragione della sua esistenza –, e all’incontro con gli altri, i colleghi universitari prima, la moglie, la figlia e l’amore della sua vita, Katherine, dopo. 

In Stoner sembra, ad una prima lettura, non accadere nulla, ma in realtà, a pensarci bene, ad accadere è proprio la vita, e forse è questo il motivo che spinge il lettore a sentirsi disorientato e “nudo” durante la lettura. La vicenda ha di eccezionale soltanto il fatto di essere unica, come unica è ogni singola esistenza umana, e di mostrare la ricerca della propria essenza tra i respiri degli anni che si susseguono. 

Durante la lettura, l’impressione che a volte si ha è di trovarsi di fronte a un personaggio privo di sentimenti e che esiste solo in funzione della sua professione di insegnante. Altre volte, invece, Stoner dà adito a tutto il dolore, la sofferenza e la passione che un corpo solo non sembra in grado di contenere. L’iniziale insensibilità, allora, non appare altro che una trincea costruita per difendersi da un mondo a volte crudo, a volte incomprensibile. 

La bravura di John Williams sta proprio nella capacità di spingere il lettore a entrare nella vita di Stoner, a odiare il suo lato passivo e l’arrendevolezza con cui accetta la sorte come ineluttabile, ma anche ad amare la sua calma, la sua passione per l’insegnamento e la letteratura, la sua bontà. In alcuni capitoli vorremmo essere lì a strattonare il protagonista e spingerlo ad agire, ma in altri, invece, vorremmo solo sederci accanto a lui e rimanere in silenzio ad ascoltare il rumore che fa il cuore quando non sa più contenere la realtà. 

L’intero romanzo è percorso da due grandi temi. Il primo è la passione per l’insegnamento e la letteratura. La dialettica tra letteratura e vita, in questo romanzo, vibra continuamente con intensità sempre diversa. Alcune volte Stoner si dedica totalmente alla letteratura e agli studi escludendo il mondo esterno – la letteratura diventa dunque la vita stessa – altre la vita supera la letteratura diventando prioritaria, come accade dopo la disillusione dell’amore per Katherine e con la malattia finale del protagonista. Altre volte ancora, infine, si crea un perfetto equilibrio tra le due, e vita e letteratura sembrano rinfrancarsi e nutrirsi a vicenda. In tutti i casi la storia di Stoner ha nella letteratura e nell’insegnamento un perno fisso, attorno a cui ruota l’essenza stessa della sua persona.

L’altro filo rosso del romanzo è l’amore. Non è un caso che il titolo provvisorio scelto da John Williams era The Matter of Love. Quando l’editore consiglierà Stoner come titolo definitivo, Williams confesserà alla sua agente che ci avrebbe messo un bel po’ a togliersi dalla testa quel titolo. E in effetti è l’amore l’altro grande tema, che qui assume forme e sfumature sempre diverse. C’è l’amore per la moglie Edith, monco e complicato, l’amore per la figlia Grace, incapace di esprimersi, l’amore sfavillante e passionale per Katherine, che trova la sua forma e si ri-scopre per la prima volta. E infine l’amore puro e assoluto per la letteratura e l’insegnamento. Ancora una volta, Stoner ci sorprende, mostrando una verità che in fondo sta sotto gli occhi di tutti: ogni singola persona costruisce il proprio io attraverso ciò che ama e ciò che odia.
William Stoner è un po’ ognuno di noi, e forse è questo il motivo che rende la lettura di questo libro dolce e amara allo stesso tempo.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Adele Licciardi

Nata a Ragusa il 26 maggio 1991, ha frequentato il liceo classico Secusio Bonaventura di Caltagirone. Dopo il diploma continua gli studi umanistici iscrivendosi alla triennale in Lettere moderne presso l’università di Catania e conclude il suo percorso universitario con la laurea magistrale in Filologia moderna nel 2022.

Leggi di più


Potrebbe interessarti: