25 Gennaio 2024

Chimicamente (ir)recuperabili. “Carbonio” di Pier Lorenzo Pisano

di Emanuela Chines

Ho avuto come la certezza […] che io e quella cosa eravamo diversi, per sempre.

Chi siamo noi? Chi sono gli altri, gli alieni?

Pier Lorenzo Pisano, classe 1991, pluripremiato sceneggiatore, regista e drammaturgo napoletano, mette in scena il suo pensiero tramite Carbonio, testo vincitore del Premio Riccione nel 2021.

Pubblicata in volume dal Saggiatore e rappresentata per la prima volta al Piccolo Teatro di Milano nel 2022, la pièce è un serrato interrogatorio tra un uomo (B) e una donna (A), inframmezzato da immagini delle Sonde Voyager commentate da una voce ironica e, a tratti, amara.

Pier Lorenzo Pisano

La trama è semplice ed efficace. B ha avuto un incontro ravvicinato con un alieno, la cui particolarità è di essere privo di atomi di carbonio, elemento che, sulla Terra, è alla base delle forme di vita. A lo interroga sull’incontro, cercando di scoprire la natura e le intenzioni dell’alieno, mentre B vorrebbe solo tornare a casa e vivere una vita tranquilla con sua figlia. Con il proseguire dell’interrogatorio, si scoprono alcuni retroscena dei personaggi. B, inoltre, diventa consapevole di qualcosa di grande e deve fare una scelta: agire per il bene comune o afferrare un’egoistica felicità (scelta simile a quella posta di fronte ai protagonisti di Bussano alla porta di M. Night Shyamalan).

Punto su cui batte costantemente Carbonio è il paragone tra l’essere umano e il suddetto elemento. Le persone e gli atomi di carbonio, infatti, formano legami, ma il carbonio, sostiene la voce nella pièce, «non dialoga con altri elementi». Allo stesso modo, gli esseri umani sono animali sociali, ma quasi mai socievoli: si costituiscono in società, città, nazioni, ma non sono solidali tra loro. Più pronti a creare differenze che a colmarle, gli umani si coalizzano solo di fronte a un Altro da loro. In questo modo si scontrano tribù contro tribù, etnia contro etnia, individuo contro individuo, in una spirale di mancanza di rispetto dell’Altro e della varietà del mondo che arriva fino a una vera e propria “discriminazione molecolare”: «la squadra del carbonio», i terrestri, contro malevoli alieni privi di questo elemento. Una tipica situazione degna di horror e fantascienza: come si può comprendere una creatura caotica, imperscrutabile?

Questo è, in breve, il modo di pensare di A e B, della maggioranza dell’umanità.

Abbiamo detto, però, che sono due personaggi diversi: diversi per sesso, lettera, ruolo e modo di pensare.

Quante volte, nella vita comune, avete sentito dire: “io dico A e tu capisci B”? Questa è, in sostanza, una delle tante frasi tipiche che denota incomunicabilità tra un individuo e l’altro. Per questa ragione, come detto prima, uno non viene ascoltato quando chiede di essere lasciato libero, mentre l’altra è ossessionata dalla verità sull’esperienza di B. Non si può parlare, dunque, soltanto di lato A e lato B, come quello dei vinili, compreso il Golden Record con I suoni della Terra. Si può anche ipotizzare che i due personaggi rappresentino dritto e rovescio di una moneta, moneta che ricorda il personaggio sofocleo di Edipo: il lato A ossessionato dalla ricerca della verità dietro una calamità soprannaturale; il lato B cieco alla realtà umana, ormai dotato di un’altra vista e carico del fardello della traumatica verità.

In merito al soprannaturale, invece, entra in gioco la creatura/alieno, il non plus ultra dell’Altro per definizione. Più correttamente, questa figura nominata e descritta in termini vaghi e incerti fa parte della sfera dell’ignoto e dell’inconoscibile: il pensiero va subito alle creature lovecraftiane, impossibili da descrivere e capire, le cui oscure intenzioni inquietano e affascinano gli umani. La creatura è, sicuramente, accostabile agli spiriti, al mana nel suo significato di ‘forza magica’, perché non ha moralità umana, non è né buona, né cattiva. Gli umani, però, le affibbiano la malvagità: l’ignoto e il caos sono, inevitabilmente, il male per una specie ossessionata dalla catalogazione e dall’ordine come la nostra.

Foto dallo spettacolo

Proseguendo con l’analisi, la voce è il personaggio più vicino a noi: è ciò che rompe la quarta parete e mostra al pubblico le foto scelte da chi ha lavorato al Programma Voyager. Non si sa a chi appartiene la voce, ma non è importante, perché è la parte di noi che si domanda: “ma che figura faremo con gli alieni che troveranno queste foto imbarazzanti? Le capiranno?”. Chissà se le due Voyager manderanno altri segnali: nel 2025 dovrebbero finire le risorse per il loro funzionamento, purtroppo.

Foto dallo spettacolo

Concludiamo analizzando la struttura del dramma. Carbonio è un testo circolare, come i tipici ufo e il circo, una gabbia dove A e B si fronteggiano, dove ritornano alcune domande e considerazioni, dove B è stanco di stare su questa giostra soffocante che è l’interrogatorio. Osservando alcune foto di scena del Piccolo Teatro, l’azione sembra essersi svolta in un perimetro circolare. Cerchi su cerchi, l’eterno ritorno.

La domanda che sorge dalla lettura del dramma però, è questa: voi come reagite alla presenza di un altro? Non si parla di alieni o mostri, ma semplicemente di chi non è come voi. Ragionateci bene e tirate le vostre somme.

© Riproduzione riservata.

Emanuela Chines

Palermitana classe 1991, si diploma al liceo classico Giovanni Meli della propria città. Si laurea in DAMS all’Università degli Studi di Palermo, specializzandosi in spettacolo.

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