25 Febbraio 2024

L’in-canto di Vanni Lai. Intervista a Vanni Lai, autore di La Cantadora

di Elisabetta Siotto

Intervista a cura di Elisabetta Siotto.

Il quattordicesimo autore di Equilibri Precari è Vanni Lai, autore di La Cantadora, edizioni minimum fax.

Vanni Lai è giornalista di origine sarde e due volte finalista al Premio Italo Calvino, nel 2017 e nel 2020. Autore di diversi racconti, La Cantadora, edizioni minimum fax, è il suo primo romanzo.

Elisabetta Siotto: La Cantadora: come sei entrato in contatto con un personaggio così affascinante e dimenticato dalla Storia come Candida Mara?

Vanni Lai: Candida Mara era una sorella di un mio trisavolo. Mia madre ha sentito parlare di lei quando era ragazza, ma gli anziani di famiglia non volevano sbottonarsi sull’argomento. Questo silenzio ha prodotto un effetto contrario e favorito la sua curiosità, così è riuscita a recuperare comunque varie notizie biografiche sulla vita di questa antenata misteriosa. Candida Mara è sparita tra le nebbie del tempo, ma ogni tanto torna, e così ha fatto per anni, prima nel percorso di vita di mia madre, poi nel mio. Lei lascia un indizio, un pensiero, una coincidenza prima di sparire di nuovo. A un tratto mi sono detto: perché non andare oltre le voci e le testimonianze e cercare davvero i dati su di lei? Perché non capire se è esistita davvero?

E.S.: Il tuo romanzo sembra seguire, nella prima parte, una sorta di paradigma indiziario. Come hai effettuato la tua ricerca su Candida Mara e quanto è stato complicato reperire fonti certe sulla sua vita?

V.L.: Molto complicato, soprattutto perché fino a qualche anno fa non avevo competenze di ricerca d’archivio, e per il fatto che la sua vita è stata così complicata e intricata che non era facile ricostruirla in pochi passi. In circa dieci anni ho frugato tra archivi abbandonati o quasi, documenti ingialliti e qualche depistaggio, fatto decine e decine di telefonate per scoprire cose su di lei ma anche sui tanti personaggi che hanno fatto parte della sua vita. Attraverso di loro, attraverso il gossip, ho trovato lei. Mi sono mosso quasi come un detective “del passato” e devo dire che mi sono divertito parecchio a vivere negli anni Venti del secolo scorso.

E.S.: La seconda parte del tuo libro, quella maggiormente “emotiva”, in cui il detective diviene effettivamente scrittore di un romanzo di narrativa e cambia voce, a quali precedenti letterari fa riferimento? Quali sono i tuoi punti fermi nel panorama letterario?

V.L.: In fase di studio mi ha colpito il sistema usato da Javier Cercas in Soldati di Salamina, ma poi ho provato ad andare per conto mio e a strutturare la narrazione come volevo. Non fare di Candida Mara un personaggio da romanzo sarebbe stato un delitto. In quanto ai miei punti fermi… Leggo tanto, ma tra i miei preferiti ci sono autori di frontiera come Juan Rulfo, Cormac McCarthy, Larry McMurtry.

E.S.: Nel 2020 sei stato finalista al Premio Calvino con Sei colpi al tramonto; ti sei dunque cimentato nella scrittura di un Western, di cui effettivamente si ritrova qualche traccia nella strutturazione del personaggio di Candida Mara e della Sardegna come luogo selvaggio e crudo. Che fine ha fatto quello scritto e quante parti di questa esperienza confluiscono in quello che è diventato effettivamente il tuo romanzo d’esordio?

V.L.: Sono un appassionato di western e Sei colpi al tramonto è stata una prova: volevo scrivere un western ambientato in Sardegna ed è stato importante arrivare al Premio Calvino. Avevo già provato in precedenza con Le tigri del Goceano, che arrivò in finale nel 2017. Entrambi i romanzi sono rimasti inediti ma mi sono serviti per crearmi un immaginario personale e uno stile. Il concetto di base è che l’isola sia un posto western per vari motivi: paesaggi, una certa violenza negli sguardi delle persone, i cavalli selvaggi… Per quanto riguarda lei, immaginate una vedova – dunque vestita di nero – a bordo di un calesse su una strada assolata di un pomeriggio estivo, e con una pistola nascosta nella gonna. Più western di così! E il bello è che è esistita davvero.

E.S.: I cantadores sono figure quasi leggendarie dell’isola, poco conosciute in continente: come ne hai costruito le caratteristiche nel progettare i personaggi della storia, e come hai effettuato una cernita dei versi per inserirli nel romanzo?

Ho studiato un po’ dai musicologi, ma non sono un esperto né un appassionato. I cantadores mi servivano come contorno, per ruotare attorno alla stella oscura di lei. Per quanto riguarda i versi, la maggior parte sono custoditi nella valigetta di mia madre, cose cantate e raccontate dagli anziani che lei riuscì a intervistare molto tempo fa. Qualche altra cosa mi è pervenuta da alcuni studi dei musicologi sardi. Ho cercato di capire quali dovessero essere i versi giusti a seconda della loro musicalità, ma anche di ciò che volevo raccontare nelle varie scene.

E.S.: Quali musiche e libri consiglieresti alle persone che vogliono approfondire la propria conoscenza dei cantadores della Sardegna? 

V.L.: Sulle musiche so davvero poco. Per quanto riguarda i libri posso dire di cercare quelli che ho letto io, cioè i lavori di Gavino Gabriel o Giovanni Perria, ma anche nuovi studi.

E.S.: Nella tua bio si legge che La Cantadora è il tuo primo romanzo, ma che hai scritto e pubblicato numerosi racconti brevi: qual è la differenza tecnica tra la stesura di una narrazione di breve respiro e quella di un romanzo? 

V.L.: Credo che un romanzo sia più impegnativo e più soddisfacente rispetto a un singolo racconto: si entra in quel mondo e lo si vive insieme ai propri personaggi, si gioca con loro, ci si emoziona, ci si danna, li si uccide. Ovviamente in più pagine e più tempo. Ben vengano anche i racconti.

E.S.: Qual è stata la tua esperienza con una casa editrice importante come minimum Fax e con un editor magistrale come Fabio Stassi?

V.L.: A Fabio e a minimum fax devo tutto, perché loro hanno visto cosa avevo da dire e hanno creduto in me come autore, oltre che nella storia. Mi hanno preso in quattro giorni e solo sulla base di un’idea, perché il romanzo neanche esisteva. Avere un’opportunità simile è stato fantastico, soprattutto dopo due attese infinite e snervanti coi precedenti manoscritti, che non avevano trovato editore. Con minimum fax abbiamo lavorato benissimo e continuiamo a farlo ogni giorno. E poi un’altra cosa che ho trovato eccezionale è stata avere in regalo una copertina così, lavoro di Patrizio Marini e Agnese Pagliarini.

E.S.: Hai altri progetti in cantiere? Vuoi anticiparci qualcosa? 

V.L.: Nonostante le presentazioni del romanzo, ho ripreso a scrivere un paio di mesi fa. Sto lavorando a una storia su tre personaggi storici, fumosi e quasi dimenticati (sì, ancora). A volte però si cerca di evitarne la riscoperta. Per ora non dico altro, ma credo ci sarà anche il ritorno di qualche nostra conoscenza…

© Riproduzione riservata.


titolo: La cantadora
autore: Vanni Lai
editore: Minimum fax
anno: 2023
prezzo: € 16,00


Elisabetta Siotto

Nata il 25 dicembre 1995, è cresciuta a Nuoro, nel cuore della Barbagia. Dopo aver frequentato il liceo classico Giorgio Asproni e dopo aver maturato una piccola esperienza giornalistica con la testata online Globalist, è partita per il Sud alla scoperta della Sicilia.

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