1 Aprile 2021

Le infinite potenzialità del linguaggio. “Esercizi di stile” di Raymond Quenau

di Giada Di Pino

No, non è un manuale di retorica. E neanche di grammatica. 

È un esperimento e un gioco. 

Un gioco volto a sviscerare tutte le potenzialità del linguaggio, a svelare tutti gli artifici della lingua, a far comprendere al lettore quanto il significato possa essere sottomesso al significante, alla parola. 

Raymond Quenau, uno dei più importanti scrittori francesi contemporanei, ha indagato a fondo il ventaglio di espressioni e significati che il linguaggio può celare, e lo rivela ai suoi lettori proponendogli questo gioco metaletterario in cui una medesima semplice e banale vicenda viene narrata 99 volte in 99 stili diversi

Un giovane su un autobus che litiga con gli altri passeggeri per il posto a sedere diventa l’abusato personaggio di questo gioco, e la sua immagine viene riadattata per divenire di volta in volta un sonetto, una canzone, un esercizio di metafore, una variante onomatopeica, un articolo di giornale, una trattazione saggistica, una narrazione epica, fino a impossibili rese stilistiche e linguistiche, come un gioco di piatti da portata, un bestiario, uno zoo, un orto, e molte altre esilaranti narrazioni. 

A cosa può servire scrivere un libro così? Per divertire, certo. Soprattutto se letto in gruppo, che sia una classe o solo una lettura tra amici, il divertimento è assicurato. 

Tuttavia, vi è sicuramente anche un fine didattico: quanti stili di scrittura esistono? Quenau ne riporta 99, numero simbolico di un potenziale infinito

Gli stili di scrittura sono tanti quanti l’inventiva dell’uomo ne può enumerare e creare: non ci sono limiti. E ognuno di essi è portatore di un significato ben preciso. 

Non sempre ce ne rendiamo conto, ma basta anche una lieve sfumatura di espressione per imprimere un differente significato a ciò che vogliamo dire. 

Per dirla con Francesco De Sanctis, «tal contenuto, tal forma»

Perché leggere Esercizi di stile allora? 

Semplice: per essere lettori più consapevoli. Perché, per citare un altro grande monumento della letteratura, Andrea Camilleri, leggere è importante sì, ma bisogna anche capire. Bisogna andare oltre la superficie, scavare nei testi, e più strumenti hai a tua disposizione, più sarai bravo a scavare e raggiungere l’essenza delle cose che ti stanno attorno.

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Il nostro giudizio

Giada Di Pino

Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante. 

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