7 Novembre 2022

119 storie, un racconto. “Nonostante tutte” di Filippo Maria Battaglia

di Sofia Sercia

È tardi. Qualcosa però posso ancora fare. Scrivo la mia storia. Scrivo perché si faccia qualcosa. Non so se è poco o tanto. È il mio atto d’amore.

Spesso la letteratura rafforza l’impressione che, anche attraversando epoche differenti, viaggiando di luogo in luogo, considerando estrazioni sociali lontane e diverse, le emozioni umane, dopotutto, si ripetano sempre identiche: la gioia come il dolore, e poi ancora l’amore, la disillusione e la disfatta; uno spettro di sensazioni limitato, da cui ogni essere umano attinge e che accomuna tutti.

Attraverso questa lucida intuizione, Filippo Maria Battaglia tenta di comporre la storia di un’unica donna tramite centodiciannove voci diverse, riuscendo a dare forma a un ritratto credibile e potente. Nonostante tutte è il primo romanzo della collana Unici di Einaudi. È una storia sulla condizione femminile diversa e originale, un’esperienza di lettura atipica. 

L’opera ha anche ricevuto la menzione di merito alla cura editoriale al premio POP per «aver presentato un nuovo progetto editoriale, unico di nome e di fatto, che unisce cura filologica e redazionale in un formato agile e resistente al tempo». 

L’autore, a partire da centinaia di vecchie lettere, cartoline sbiadite e pagine di diari che coprono un intero secolo, dal 1867 al 1970, estrapola brevi frammenti creando una successione coerente di immagini, e così una sola storia: quella di Nina. 

Parole e pensieri, appartenenti alla penna di numerose donne realmente esistite, vengono accorpate per formare un unico racconto fittizio. Un lavoro di ricerca minuzioso, avvalorato dall’idea di dare spazio a queste penne inedite, che si affida unicamente al potere delle loro parole e delle immagini evocate, senza aggiungere né un commento né una nota a piè di pagina.

Infatti, sebbene nascano ultimamente degli scetticismi ogni qual volta un uomo sceglie di parlare di  questioni prettamente femminili, qui è particolarmente significativo che Battaglia abbia consapevolmente scelto di lasciare spazio solo a voci che non sono la sua, senza aggiungere né osservazioni né giudizi propri. La sua decisione di non intervenire mai in maniera diretta è un valore aggiunto al testo: sono le donne, quelle centodiciannove donne che costituiscono la personalità unica di Nina, a parlare. Non un uomo, non un giornalista, non uno scrittore.


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L’intervista arricchita con ulteriori domande all’autore.


Il criterio mediante cui Battaglia attua la sua selezione non è certamente una ricerca dell’eroismo o dello straordinario. Il suo occhio si sofferma soprattutto su scene di vita comune: i teneri giochi infantili, i primi amori adolescenziali che fanno tremare le mani, il disincanto della vita adulta, fino a giungere alla vecchiaia. 

L’incredibile potenza emotiva della sua narrazione sta proprio nel fatto che l’autore sembra volerci suggerire che l’interesse letterario non si trova solo nelle storie che raccontano grandi gesta, scoperte rivoluzionarie e vite avventurose, ma anche nello spazio ristretto delle piccole cose

In questi spaccati di semplice quotidianità si riesce a percepire, in ogni singolo frammento, la grandezza e l’unicità delle voci che convergono in Nina. Ognuna di esse cerca in qualche modo di rivendicare la dignità e il valore della propria esistenza, unica e speciale in sé stessa.

L’estremo realismo e la sensazione di autenticità si manifestano anche attraverso un linguaggio schietto e diretto, che permette di assaporare la naturalezza dell’espressività, in cui i lieti pensieri della fanciullezza si intrecciano a momenti pieni di angoscia e dolore, talora esternati attraverso espressioni famigliari e dialettali.

Uno dei principali fils rouges che lega ogni frammento è il costante senso di oppressione, dettato dal fardello delle aspettative altrui e da un mondo che tende  a schiacciare il singolo con le sue pretese. La famiglia, gli amici, la società, ognuno tenta, alla sua maniera, di ridurre l’identità della donna a un mero modello precostituito. 


titolo: Nonostante tutte
autore: Filippo Maria Battaglia
editore: Einaudi
anno: 2022
prezzo: € 16,50


Nina percepisce a ogni stadio della sua vita, in maniera sempre nuova e diversa, l’onere di dover corrispondere all’immagine che gli altri vorrebbero cucirle addosso. Ma la potenza della penna di queste donne mira a rivendicare un’identità che vuole avere diritto e dignità di esistere nonostante tutto, senza l’obbligo di dimostrare al mondo esterno alcunché.

Battaglia infatti sembra voler denunciare come queste donne, seppure siano riuscite in qualche modo ad autoaffermarsi attraverso la scrittura, non sempre hanno avuto la possibilità di farsi capire e ascoltare nella vita vera. Ognuna di loro, nel quotidiano, ha faticato nel sentire legittimata la propria voce, che è rimasta troppo spesso – volontariamente o involontariamente – inascoltata e frustrata.

Nella sua maniera di riunire storie individuali, convergendo verso un’unica storia collettiva, Nonostante tutte è anche un romanzo sociale e politico. Vengono palesate le difficoltà di ognuna di queste “tutte” nel trovare il proprio posto in un universo maschile e le tante umiliazioni subite. A partire dalla scuola dell’infanzia, in cui file di bambine vestite uguali sono costrette a fare silenzio, abbassando la testa anche quando potrebbero o vorrebbero aver ragione, per passare poi ai soprusi sistemici del mondo del lavoro, costellato di capi insolenti e sfacciati,  uomini che allungano le mani senza consenso, di sfilze di mortificazioni costantemente inghiottite dal silenzio. Perfino Dio appare solo come una figura minacciosa e autoritaria, «tremendo, onnipotente e in ogni luogo».

Uno dei punti centrali del romanzo è sicuramente il valore della memoria, che vivifica il senso di un presente che non è mai interamente slegato da ciò che è avvenuto prima. Anche l’importanza della celebrazione dell’identità in quanto tale, e in particolare quella femminile, è uno dei punti imprescindibili del libro. 

Sebbene la storia di Nina sia costituita da frammenti che non vanno oltre gli anni Settanta, è evidente come questa serie di immagini potrebbe protrarsi, confluendo senza difficoltà fino ai giorni nostri. Frasi e pensieri non lasciano mai indifferenti, ed è facilissimo immaginare che a scriverli possano esser state le nostre madri o le nostre nonne. Tuttavia, anche se da un lato ritroviamo delle situazioni difficili, comuni a tante donne, dall’altro ci sono anche alcune cose che a oggi stanno cambiando, ed è bene che continuino a cambiare.

Battaglia compie un lavoro filologico magistrale, trasformando tante storie individuali in un’unica storia collettiva, salvando dall’oblio voci e pensieri del passato. Protagonista assoluto il potere salvifico della scrittura, che fissa qui sensazioni ed esperienze, attraversando un intero secolo per consegnarci il sapore autentico di un’identità che sfugge all’ingiuria del tempo e alla dissoluzione della morte.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Sofia Sercia

Nata a Milano il 14 giugno 1998. Dopo aver frequentato il liceo linguistico Alessandro Manzoni, si laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università Statale di Milano. Nel 2022 ha conseguito un master in editoria presso la Villaggio Maori Edizioni. Attualmente collabora con San Paolo Edizioni alla redazione di testi per la rivista PagineAperte.

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