19 Gennaio 2022

Le Cose spiegate bene per andare oltre. “Cose spiegate bene, a proposito di libri”, il Post

di Giada Di Pino

Il Post, la rivista online nata nel 2010 che ha avuto un larghissimo successo di pubblico e ha dato una nuova svolta all’informazione italiana, in collaborazione con la casa editrice Iperborea, dal 2020 ha creato una sua rivista: Cose spiegate bene. L’idea è quella di affrontare dei macrotemi da più punti di vista, sviscerando e informando, cercando di capirne origini e questioni e soluzioni, con interventi mirati di specialisti del settore e nomi di spicco nella cultura italiana. E funziona

Il primo numero di Cose spiegate bene fa particolarmente al caso nostro: A proposito di libri. Noi lettori siamo abituati a equiparare il libro al suo contenuto: un libro può essere emozionante, triste, malinconico, avventuroso, pieno di suspense, colpi di scena, imprevedibile, ma anche noioso, poco scorrevole, pedante… il libro. Ma non è del libro in realtà che parliamo, semmai del suo contenuto, del racconto, o dell’argomento in senso lato se ci riferiamo a saggi o poesie o altro. Tendiamo cioè a identificare contenente e contenuto, a creare involontariamente una sineddoche che in qualche modo trasfigura la realtà. Perché nella realtà dei fatti l’oggetto libro non è il suo contenuto

L’oggetto libro è il supporto su cui il romanzo, il saggio, le poesie che leggiamo sono stampate, ma la sua natura è profondamente diversa, tanto che dal suo contenuto può radicalmente differenziarsi. L’oggetto libro può avere caratteristiche di qualità, infatti, che prescindono da ciò che esso contiene, per cui, banalmente, potremmo ritrovarci ad avere tra le mani una bellissima edizione, ovvero un libro particolarmente bello visivamente, con una carta di alta qualità, stampato con caratteri eleganti e raffinati, con una copertina in cuoio, o stoffa o anche cartonata di alto pregio (sì, è principalmente la carta, ovvero il materiale con cui l’oggetto è fatto, che ne costituisce la qualità, materiale che peraltro può essere tra i più vari e che è il vero “marchio di fabbrica” dei nostri libri), ma che contiene un testo di nessuna, o di poca, valenza artistica; viceversa, e forse è il caso più frequente, potremmo avere a che fare con un testo di valore, ma stampato da un piccolo editore che utilizza supporti quanto più possibili economici e che poco si cura, magari, dell’estetica del prodotto che vende. Perché i libri sono un prodotto, in fin dei conti. E, per certi versi, lo sono sempre stati, poiché sempre hanno avuto un valore commerciale di un qualche tipo; concezione, questa, che forse adesso, nella società dei consumi in cui ci troviamo, si è attenuata, ma che una volta, quando i costi di stampa erano davvero alti (riferendoci sempre a ciò che accadde da Gutenberg in poi) e le rilegature erano effettuate con materiali di pregio, quali seta, pelle, cuoio, con inserti magari di oro o argento, o comunque finemente lavorate e decorate, era ben presente. 

E se i libri sono un prodotto, hanno dunque dei marchi di fabbrica, hanno chi li produce: le case editrici, che sono fondamentalmente delle imprese, delle industrie. In quanto prodotto, dietro alla lavorazione del libro c’è quindi un’equipe di esperti che ne organizza la produzione, e dell’oggetto libro e del suo contenuto, del testo. Dietro ogni libro che teniamo tra le mani c’è, dunque, un piccolo universo che fatichiamo spesso a tenere presente, ma che ogni buon lettore dovrebbe in realtà conoscere, se vuole avere davvero contezza dell’oggetto che tiene in mano. Perché, a conti fatti, si può giudicare un libro dalla copertina; semmai è il testo che esso contiene che non si può giudicare e le cose non sempre vanno di pari passo.

Cose spiegate bene, a proposito di libri, dunque, è un ottimo strumento per ogni tipo di lettori e soprattutto è una finestra che permette di sfondare la quarta parete e vedere dentro, al di là, oltre l’oggetto che teniamo in mano nel momento stesso in cui leggiamo. Resta ora tutta la curiosità di scoprire cosa Il Post ha da dirci nel secondo numero della rivista, Cose spiegate bene, questioni di un certo genere.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Giada Di Pino

Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante. 

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