14 Ottobre 2022

10 cattivi cattivissimi: “I dieci cattivi più cattivi della storia del cinema”, a cura di LaScimmiaPensa

di Elisabetta Siotto

Dracula e Norman Bates, Pazuzu e Darth Vader, Xenomorfo e Joker, Hannibal Lecter e Annie Wilkes, giungendo fino all’Agente Smith di Matrix e chiudendo con l’occhio infuocato di Sauron. 

Sono questi I dieci cattivi più cattivi della storia del cinema secondo gli autori e le autrici de LaScimmiaPensa, che in una piccola ed esaustiva raccolta di saggi, edita dalla Villaggio Maori Edizioni, hanno presentato al pubblico gli emblemi del male nel cinema, in un decalogo di villain divenuti ormai simboli imprescindibili dell’immaginario collettivo. 

Non semplici antagonisti, dunque, ma protagonisti del loro destino, artefici della propria storia e creatori di universi culturali e di mode destinate a divenire pervasive.

Sono questi i più iconici tra i malvagi, i cui tipi narrativi traggono origine nell’eterna lotta tra il Bene e il Male, oltrepassando però la soglia manichea di giusto e sbagliato, giungendo a una pienezza che non necessita quasi più della contrapposizione con il “buono” stereotipato di turno. Sono i cattivi stessi, infatti, a plasmare il nostro universo immaginifico e a mutarlo, attraverso interpretazioni e variazioni che continuano a trattenere davanti allo schermo schiere di ammiratori. 

Psicopatici, dunque, dissociati; creature definibili solo in un universo metaforico e controfattuale e, ancora, incarnazioni vive di un’arcaica purezza del male, ognuno con la propria sfumatura di malvagità e con le proprie implicazioni psico-sociali. I villain raccontati in questo volume sono in grado di proiettarci verso emozioni prismatiche e complesse, tanto da esercitare un potere quasi ipnotico sugli spettatori. 


titolo: I dieci cattivi più cattivi della storia del cinema
autore: LaScimmiaPensa
editore: Villaggio Maori
anno: 2022
prezzo: € 15,00


«Ma perché siamo tanto affascinati dai cattivi? Sull’argomento sono stati versati fiumi d’inchiostro. C’è la paura, sentimento tanto intenso da definire la stessa condizione umana, giacché è indissolubilmente legato all’istinto di sopravvivenza. Ma c’è anche quell’irresistibile, ambivalente sensazione, composta da attrazione e repulsione. Se nelle fiabe dell’infanzia la dialettica tra buoni e cattivi ci insegna a distinguere giusto e sbagliato, la nostra esperienza cinematografica di adolescenti e adulti trova nel villain la forza di un archetipo.»

Lo schema seguito nella raccolta è quello dell’evoluzione del cinema stesso. 

Non a caso, Dracula, che vede le sue origini sul grande schermo con le prime immagini mute (Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau, 1922), è il primo dei personaggi presentati. 

Sviscerato nelle sue implicazioni sociologiche più disparate, dalla metafora di tipo marxista del vampiro-capitalista, fino alla sessualizzazione quasi feticista, trova spazio in ulteriori e continue interpretazioni di epoca contemporanea. Molte sono infatti le reincarnazioni di Dracula, rappresentate da vampiri “derivati”, che continuano ad avere un successo enorme in ambito televisivo, fra le web series, nel cinema underground e nelle versioni dedicate ai più piccoli, tra cui si annovera la recente serie animata Hotel Transylvania

Il saggio in questione, elegantemente tratteggiato da Marta Zoe Poretti, curatrice del volume, non si limita però esclusivamente al cinema e affronta le origini di Dracula nella letteratura, osservando e indagando non solo la penna di Bram Stoker, ma abbracciando anche la tradizione poco conosciuta dei penny dreadful, piccole perle della Londra vittoriana che uscivano in fascicoli settimanali al costo di un penny, affascinando i lettori ottocenteschi.

Sono questi dettagli preziosi a rendere imprescindibile questo volume per gli appassionati del genere, un gioiellino di saggistica in cui si alternano notizie note al grande pubblico e specificazioni di natura critica, letteraria e sociologica, o di ambito tecnico cinematografico, le quali, pur attingendo a una bibliografia vasta e particolareggiata, non cadono mai nella pesantezza – e nella pedanteria – del saggio accademico.

Così, dopo «l’ombra dai mille volti […] un mutaforme che per alcuni è metafora del cinema stesso», il viaggio continua con Psycho (A. Hitchcock, 1960) e con il delitto nella doccia più celebre della storia del cinema. Un tormento, quello di Norman Bates, che viene minuziosamente e freudianamente sviscerato da Vanni Moretti, capace però anche di raccontare, con una prosa limpida e scorrevole, i dettagli più tecnici del montaggio della scena topica e di tutta l’ambientazione noir creata dal più famoso maestro del brivido.

Rimanendo sui personaggi “cattivi in quanto umani”, osserviamo come nel capitolo dedicato a Darth Vader, villain iconico tanto quanto la musica che lo accompagna, questa attenzione ai dettagli si riversa nel resoconto della costruzione estetica e sonora del personaggio. Scopriamo così un ulteriore nesso tra la space-opera e il mondo del fumetto, in un incontro col Giappone che ci trascina fino a La fortezza nascosta di Akira Kurosawa (1958). 

Non viene comunque tralasciato il rapporto con l’inconscio collettivo di Jung, ma lasciamo la spiegazione a Claudio Faccendi, che saprà guidarvi brillantemente attraverso l’iconico «Io sono tuo padre» di stampo squisitamente euripideo.

Simile è l’attenzione dedicata al suono nella trattazione di Joker fatta da Tommaso Parapini, una comparazione di risate con un filo conduttore: l’eclissi di Batman, oscurato irrimediabilmente dal vero Re di Gotham City. Il tema della follia attraversa qui tutti i Joker esistiti, per arrivare all’interpretazione del 2019 di Joaquin Phoenix, su cui il nostro autore ha tanto da dire, in un’analisi piena e complessa della trasposizione di un cattivo essenzialmente post-moderno, frutto di tutta la malvagità e delle contraddizioni che albergano nella società contemporanea.


titolo: I dieci cattivi più cattivi della storia del cinema
autore: LaScimmiaPensa
editore: Villaggio Maori
anno: 2022
prezzo: € 15,00


Un villain che funge da perfetto contraltare del protagonista risulta essere invece l’Agente Smith, che non cancella tuttavia la figura dell’eroe, manifestandosi piuttosto come antitesi viva e sfaccettata e che, come ci dice Leonardo Di Nino, risulta essere «la perfetta rappresentazione del determinismo: spietato e tenace, focalizzato sui suoi scopi e sui fini ultimi». Una pura macchina, appunto, contraltare di un Neo decisamente troppo umano. 

La banalità del male viene invece osservata nella protagonista meno diva della storia del cinema, Annie Wilkes, il cui personaggio, l’unico femminile del decalogo, brillantemente evocato dalla penna di Stephen King, è magistralmente interpretato da Kathy Bates in Misery non deve morire (Rob Reiner, 1990). 

La brutale solitudine di Annie, abbandonata dal marito e dedita unicamente alla sua eroina, Misery, si traduce in un complesso gioco di ricatto nei confronti del suo creatore, gioco che trascina lo spettatore/lettore in un vortice contraddittorio di empatia e pena colmo di angoscia, proiettato verso questa donna minuta dall’apparenza scialba, capace però di scatenarsi in un’ira cieca, degna di Carrie.

Annie, coi suoi tratti da chaotic evil, si contrappone internamente alla feroce e al contempo eccentrica lucidità di Hannibal Lecter. Questa crasi tra un Faust contemporaneo e la sintesi risolutiva del dottor Jekyll e di Mr. Hyde sceglie la sua solitudine, che si presenta come una forma di ostentata superiorità rispetto al consesso umano. La sua figura, analizzata nel volume da Lorenzo Pietroletti, racconta l’essenza di un Male inconsueto, che ama se stesso e squarcia la parete dell’etica collettiva tramite la caduta del più grande dei tabù… cibarsi di un altro essere umano mantenendo uno spirito da esteta, da dandy. 

Questi sono forse gli antieroi che ci attraggono di più, siano essi di carne e ossa, o dalle fattezze vagamente umane. 

Non si limitano però a questo le autrici e gli autori de I dieci cattivi più cattivi della storia del cinema, che, dopo l’analisi di esseri che sono la personificazione stessa della malvagità, quali Puzuzu e lo Xenomorfo di Alien, trasformato nel saggio di Moretti in «un incubo erotico», affidano alla penna limpida di Erika Pomella il personaggio di Sauron. 

Questo è il mostro che chiude la raccolta, con un ritorno all’origine stessa dell’essenza del Male. Un novello Lucifero del mondo fantasy, creato dalla penna di J.R.R. Tolkien, che doma la Terra di mezzo tramite l’uso di un occhio infuocato e che viene intrecciato ai suoi cattivissimi successori, l’innominabile Signore Oscuro Lord Voldemort e il gelido Night King de Il Trono di Spade


titolo: I dieci cattivi più cattivi della storia del cinema
autore: LaScimmiaPensa
editore: Villaggio Maori
anno: 2022
prezzo: € 15,00


Un volume di saggi per tutti i gusti, dunque, colmo di dettagli succosi e di spunti di studio e di riflessione, godibile quanto un buon romanzo e capace di spingere il lettore verso un binge watching compulsivo, alla ricerca dei tratti dettagliati narrati da LaScimmiaPensa ne I dieci cattivi più cattivi della storia del cinema

Per dirla con le parole della curatrice: 
«A questo punto non ci resta che augurarvi buona lettura, o forse buona visione. Mettetevi pure comodi: in questo libro troverete loschi figuri, esseri inquietanti e tanti strani personaggi, ma soprattutto il nostro sfrenato amore per il cinema».

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Elisabetta Siotto

Nata il 25 dicembre 1995, è cresciuta a Nuoro, nel cuore della Barbagia. Dopo aver frequentato il liceo classico Giorgio Asproni e dopo aver maturato una piccola esperienza giornalistica con la testata online Globalist, è partita per il Sud alla scoperta della Sicilia.

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