18 Dicembre 2023

COWABUNGA! “Tartarughe Ninja: Caos Mutante”, regia di Jeff Rowe

di Antonio Messina

Fonte d’intrattenimento per grandi e piccini, le Tartarughe Ninja si sono aggiudicate un posto d’onore nella cultura POP a cavallo tra gli anni ’80 e i primi 2000, soprattutto grazie alla serie animata che andava in onda su Italia 1. I tentativi di dar loro ulteriore spessore sono stati molteplici: senza dimenticare le loro origini tra le pagine dei fumetti della Mirage Studios, ideati da Kevin Eastman e Peter Laird, le Teenage Mutant Ninja Turtles (TMNT) sono state riproposte, appunto, in veste di cartoni e videogiochi più o meno fortunati, fino a numerosi film in live-action. Gli ultimi due, rivelatisi dei buchi nell’acqua, sono stati prodotti nel 2014 e nel 2016 inserendo nel cast una quanto mai fuori luogo Megan Fox.

Le Tartarughe Ninja hanno un’origine non dissimile da quella di alcuni supereroi molto famosi: un incidente automobilistico causa la diffusione di un liquido radioattivo che entra in contatto con molti animali, tra i quali quattro piccole tartarughe e un roditore. Dopo aver assunto sembianze antropomorfe ed essere state adottate dal topo Splinter, le quattro tartarughe – Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Donatello – vengono addestrate alle arti marziali, nel caso in cui si fosse presentata l’occasione di dover affrontare qualche altro animale mutato o, peggio ancora, gli esseri umani. Cresciuti nelle fogne, infatti, insieme al loro maestro, i quattro protagonisti non conoscono il mondo esterno, che non li accetterebbe per quello che sono.

Tartarughe Ninja – Caos Mutante parte proprio da questo presupposto: i quattro eroi – che ancora non sono eroi –, ghiotti di pizza con il salame, vengono mandati all’esterno solo per fare la spesa e garantirsi il necessario per sopravvivere, a patto che non vengano scoperti. Ma sono giovani, dei veri e propri teenager, e la loro curiosità li spinge a stare fuori per molto più del tempo necessario, finché non avviene il loro primo contatto ravvicinato con un essere umano: una ragazzina, April, che sta indagando su una serie di attacchi da parte di una misteriosa creatura conosciuta come Super-Fly e che sta propagando il terrore in città. Per i quattro questa si rivela essere l’occasione giusta per cogliere la palla al balzo: se dovessero riuscire a mettere fine alle azioni malvagie di Super-Fly, gli umani riuscirebbero ad accettarli come dei veri e propri eroi e loro potrebbero condurre una vita normale, frequentando il liceo e i ragazzi della loro età. Potrebbero vivere in pace con il mondo. Più facile a dirsi che a farsi.

Con delle origini ri-modellate ad hoc per presentare agli spettatori il villain del film, Tartarughe Ninja – Caos Mutante non si lascia intimidire dalla moltitudine di pellicole sui supereroi, con costumi sgargianti, che combattono supercattivi dai poteri incontenibili, scendendo nelle più nascoste intercapedini della parte più urbana della città. Per i protagonisti tutto è nuovo e, nonostante la spavalderia che contraddistingue tutti i teenager sprezzanti del pericolo, non mancano i momenti rocamboleschi che spesso si risolvono in azioni buffe e pericolose a causa del loro essere scoordinati e alle prime armi. Un modo di agire che può certamente funzionare con i “pesci” piccoli, ma che può portare a guai molto più grossi, fino a ritrovarsi a rischiare il carapace, nel momento in cui la situazione diventa troppo complicata.

Quello confezionato dalla Nickelodeon Films è un film che ci propone i quattro eroi in una veste grafica inedita che dona alla pellicola una propria identità e che, anche in questo caso, non teme la concorrenza con i più gettonati dello stesso genere targati Marvel o Sony. Soprattutto, senza il tentativo di imporsi a tutti i costi sulle pellicole di genere, si discosta dallo stile fumettistico dei due film dedicati allo Spider-Man di Miles Morales più versatile, cangiante e adattabile in base ai personaggi che vengono presentati. Caos Mutante trova la sua dimensione senza presunzione alcuna e rimane all’interno di essa con la sua ironia, lo stile accattivante, le battute colorate e una montagna di riferimenti alla cultura POP a cui i quattro eroi appartengono, e adattandosi ai tempi più moderni. Ma soprattutto riesce in tutto ciò con naturalezza, concentrando tutta l’azione in poche notti e mantenendo i toni cupi che contraddistinguono il mondo delle Tartarughe.

Per quanto le Tartarughe Ninja siano divertenti e buffe, ognuna di loro ha delle caratteristiche specifiche: le armi, che vanno dal semplice bastone ai più elaborati pugnali Sai, le maschere di colore differente, fino agli stessi caratteri personali, così differenti da portare i quattro eroi a cozzare tra loro per via della divergenza di idee e dei modi di affrontare le situazioni. Nonostante le differenze sostanziali di ognuna di loro, nessuna è capace davvero di funzionare individualmente: la loro forza, sembra scontato dirlo, sta proprio nel lavoro di squadra, che impareranno ad affinare nel tempo.

Le Tartarughe Ninja ci ricordano un gruppo mutante molto famoso con il quale hanno moltissimo in comune: gli X-Men. Questi esseri, appartenenti a una categoria di umani evoluti autodefinitisi tali – homo superior –, vengono presi di mira perché ritenuti pericolosi a causa delle loro capacità e dell’aspetto peculiare. Sono, dunque, comuni i temi trattati sia per le Tartarughe Ninja che per gli X-Men, in quanto simboli dell’eterna lotta al razzismo, alla xenofobia e – di recente – anche all’omofobia, che alcune minoranze sono costrette a fronteggiare giornalmente per guadagnarsi un posto nella società, tra i cosiddetti “normali”. Come se vivere fosse un premio conferito a seguito di una buona azione e non un diritto imprescindibile, solo perché si è considerati “diversi”.

Ancora una volta, i fumetti e i cartoni animati si rivelano degli efficaci veicoli di messaggi importanti e profondi che li rendono adatti sia a un pubblico di giovanissimi che di adulti. E Tartarughe Ninja – Caos Mutante tenta di raggiungere proprio questo obiettivo. Se dopo questa recensione vi venisse voglia di approfondire l’argomento, ovvero la rappresentazione dell’individualità e del lavoro di squadra per mezzo di queste modalità espressive, il nostro consiglio è quello di leggere qualche fumetto della serie per avere un’idea più precisa di ciò che rappresentano le Tartarughe Ninja, per poi passare all’arco narrativo Ronin. Non possiamo dire che sia una storia adatta a tutti, come la serie regolare, ma di certo sarà utile per farvi riconsiderare il valore di prodotti che vengono spesso etichettati “per bambini”: perché anche questo è riconoscimento e valorizzazione del “diverso”.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Antonio Messina

È nato a Catania il 2 gennaio del 1993. Ha frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre. Dopo il diploma segue due anni di Lingue e Culture Europee e Orientali a Catania, ma lascia per dedicarsi completamente alla stesura del suo primo romanzo, Le Ere dell’Eden – Genesi, una rilettura in chiave sci-fi delle origini di Dio, pubblicato, poi, nel 2015 per la casa editrice Carthago.

Leggi di più


Potrebbe interessarti: