11 Gennaio 2021

Pagine d’amore e natura. “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Luis Sepulveda

di Giada Di Pino

Antonio Josè Bolivar Proaño vive da escluso, nonostante l’avanzata e indecifrabile età, in un piccolo villaggio dell’Ecuador ai margini della foresta amazzonica: i compaesani lo guardano con sospetto a causa degli anni da lui trascorsi insieme agli indigeni shuar nella foresta; tra gli indigeni non si è mai integrato perché bianco di nascita.

A El Idilio egli consuma dunque la sua vecchiaia, tra le brevi incursioni nella foresta e la lettura appassionata dei suoi romanzi rosa, che legge e rilegge continuamente e che porta sempre con sé. Una vita semplice, monotona, ripetitiva e abitudinaria, quella del vecchio cacciatore, finché non viene coattamente coinvolto in una battuta di caccia per uccidere un tigrillo, un gatto tigre che si avvicina pericolosamente al villaggio, mietendo vittime nei dintorni.

Solo lui può avere qualche possibilità di prenderlo, di combattere l’astuzia e la precisione della belva; lui, che ha vissuto con gli indigeni e conosce la grande foresta e come sopravvivere al suo interno; lui, che non ha niente da perdere perché niente possiede. In questo romanzo breve ed intenso, eppure ineffabile e delicato, viene rappresentata una mitica lotta tra un uomo e una belva: una eterna lotta tra Uomo e Natura, e che lascia in bocca un forte retrogusto hemingwayano: due “vecchi” statuari, ancorati alla vita con tutte le loro forze, la cui esperienza di vita fa loro da lancia e da scudo contro il mare, contro la foresta.

Tuttavia se ne “Il vecchio e il mare” queste armi non sono sufficienti, non possono arginare le impetuose onde della vita selvaggia che irrompe e che rende vano ogni sforzo umano, nel romanzo di Sepulveda una speranza c’è. Una nuova arma ha infatti quest’altro vecchio, un potere che il primo non conosce: la lettura.

La lettura di romanzi d’amore. Antonio Josè Bolivar Proaño è un uomo che si innalza sopra la propria condizione e sopra i suoi stessi simili con questo suo semplice gesto, con questo suo racchiudersi nei sicuri e accoglienti confini delle pagine, ma anche con questa sua perenne, instancabile, indomabile tensione all’amore.

Quell’amore che pervade ogni cosa e a cui anche la Natura si piega. Questa prima pubblicazione di Luis Sepulveda, autore cileno che ha segnato profondamente la nostra letteratura contemporanea e scomparso lo scorso aprile a causa dell’epidemia da Covid-19, è di certo un impareggiabile inno alla vita, in qualunque forma essa si dispieghi.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Giada Di Pino

Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante. 

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