13 Settembre 2021

La crepa dello scrittore. “Il crollo” di Francis Scott Fitzgerald

di Giada Di Pino

La Biblioteca minima di Adelphi propone in un unico volume, sotto il titolo Il crollo, tre articoli scritti da Fitzgerald nel 1936 e apparsi sull’«Esquire» nello stesso anno. 

Il primo dei tre testi dà il titolo alla raccolta, mentre gli altri due, che rispettivamente si intitolano Attenzione, fragile e Incollare, ne sono un diretto proseguimento, una continuazione del discorso. 

Li abbiamo definiti “articoli”, ma in realtà questi scritti non rispondono esattamente a un genere definito; si tratta più che altro di una sorta di aneddotica biografico-saggistico intimistica, un pezzo da diario, un parlare di sé con sé stessi, una… “resa dei conti” con il proprio io

Francis Scott Fitzgerald

È un momento particolarmente difficile per lo scrittore americano: autore riconosciuto e di successo, consapevole del suo talento, si ritrova improvvisamente nel bel mezzo di una profonda crisi interiore. Le cause? Non le sa bene neanche lui. Sa solo che deve in ogni modo uscirne, ma neanche la scrittura gli dà conforto, poiché anche quella, improvvisamente, sembra solo un fantoccio, una fantasia della mente, una costruzione psichica che non viene dalle sue peculiari capacità artistiche, ma solo dalla sua testardaggine

È un mestiere, nulla di più. Una crepa attraversa la sua anima e si annacqua di vino, di alcool e di disperazione, di depressione. Eppure, l’esistenza stessa di questi articoli, di questi scritti testimonia come proprio la scrittura sia la via d’uscita, il sentiero che conduce fuori dalla selva spettrale. 

Fitzgerald e la moglie Zelda

E mentre l’uomo parla delle sue delusioni d’amore, dei suoi fallimenti, mentre evoca i ricordi del passato, sviscera le sue debolezze, le sue fragilità, le sue incapacità, lo scrittore produce arte. Non è un racconto, dunque, questo piccolo libriccino blu scuro dal titolo equivocabile. È l’anima di un grande scrittore messa a nudo, è l’umanità di un gigante, la crepa del cuore, la macchia d’inchiostro sulle pagine di un libro.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Giada Di Pino

Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante. 

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