2 Agosto 2023

Un viaggio nel weird italiano. “L’anno del fuoco segreto – Il novo sconcertante italico”

di Antonio Messina

L’estate è una delle stagioni perfette, se non la più appropriata, per chi decide di andare qualche giorno in campeggio tra i monti, nei boschi, o in valli immerse nella natura, dove sembrerebbe quasi che l’uomo non vi abbia mai messo piede. Prendete i gruppi scout, ad esempio, abituati a reperire le risorse che la terra offre per sopravvivere coi pochi mezzi che decidono di portare con sé. Ancora, ci viene da pensare alla notte di ferragosto passata in compagnia di qualche canto raffazzonato con una chitarra scordata e un po’ di brio che la giusta compagnia può creare, rallegrando l’atmosfera. E poi i falò. È proprio in queste occasioni, di certo, che non possono mancare i falò. Da sempre, il fuoco è stato innalzato dalla razza umana a simbolo dalle molteplici interpretazioni: il fuoco di Prometeo che porta la conoscenza, il fuoco che scalda e ci permette di sopravvivere alle temperature rigide e il fuoco che ci protegge, grazie alla sua luce, dalle creature della notte. Il fuoco come simbolo di adunanza, di raduno, per tenersi compagnia con delle storie che a volte fanno paura, altre volte fanno viaggiare in luoghi e mondi lontani, perduti o dimenticati. Mai esistiti.

L’anno del fuoco segreto è proprio questo: un falò attorno al quale venti autori italiani vengono chiamati a raccolta da Edoardo Rialti e Dario Valentini per raccontare ognuno una storia. I due curatori del libro edito da Bompiani non danno ai loro narratori delle vere e proprie regole: il tema è libero, non c’è un filo da seguire, non c’è una storia principale che funga da cornice come avveniva nel Decameron di Boccaccio o con la struttura de Lo cunto de li cunti di Basile. Ognuno è libero di raccontare ciò che sente dentro, ciò che gli suggerisce l’animo, ciò che si nasconde nei recessi più nascosti della propria mente. Quel racconto che si ha, magari, sempre avuto paura di mostrare al pubblico perché troppo strano, troppo incomprensibile, troppo macabro, troppo violento, troppo disturbante. Il sottotitolo, dopotutto, parla chiaro quando recita “Il novo sconcertante italico”. L’obiettivo dei due curatori è comunque quello di stupire, confondere, far rabbrividire e, soprattutto, far scavare il lettore dentro il proprio io. E i venti autori riescono, in un modo o nell’altro, in questo intento.

immagine di Francesco D’Isa

Tra questi, spiccano nomi di una certa importanza: Viola di Grado, scrittrice tradotta in sedici paesi che collabora anche con Vanity Fair, nel suo “Astrazione” ci racconta l’amore che nasce tra due individui di sesso e specie non precisatitra i corridoi di un ospedale; Roberto Recchioni, autore di Orfani, Ya e ormai ex curatore di Dylan Dog, narra le vicende di un ragazzo con un meccanismo da videogioco che ricorda molto i vari Dark Souls; Claudio Kulesko, uno tra i fondatori del Gruppo di Nun, un collettivo di demonologia rivoluzionaria, ci porta dentro un mondo in cui la magia e la tecnologia sono diventate parte integrante del mondo, narrandoci come anche nel futuro lo straniero che viene ad abitare un luogo che non gli appartiene per origine, sia ancora un problema.

E così via, in un lungo e profondo viaggio in cui i miti e le leggende vengono rielaborati, vengono fondati nuovi culti religiosi, in cui i contatti con altre civiltà venute da lontano hanno portato la Terra all’inizio di nuove ere. Storie in cui la natura è protagonista, altre, invece, in cui la filosofia e la musica sono l’elemento cardine e imprescindibile.

Ma su uno in particolare, pensiamo, il lettore avrà modo di soffermarsi:  si tratta di “Iniziativa di ordine superiore”, scritto da Edoardo Rialti, traduttore delle opere di Tolkien e Martin. Nelle sue lunghe ventidue pagine ci illustra quello che forse è il racconto più assurdo, crudo ed estraniante di tutta l’antologia. Non vi diremo di cosa parla, ma siamo sicuri che durante la lettura le reazioni potranno essere molteplici e contrastanti. Chi vi scrive ha dovuto poi fermarsi con la lettura del libro per rielaborare le immagini che si sono accavallate nella mente e digerirle, venendo a patti con la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato e, al contempo, che si stesse compiendo un miracolo.

L’estetica del libro merita un’attenzione particolare: la copertina di un viola acceso, con il titolo in oro che sfuma nell’arancio, ci mostra nella parte superiore una mano che tende a toccare quella che sembra una pianta carnivora. Gli angoli del volume, che è molto spesso e di un certo peso per via della tipologia di carta utilizzata, sono stati tagliati di netto: per le mani ci ritroviamo, quindi, un libro atipico, dalla forma squadrata. L’interno presenta delle illustrazioni a inizio di ogni racconto, realizzate con colori tendenti al nero e al grigio, e che mantengono sullo sfondo lo stesso colore violaceo della copertina. Quello che la Bompiani ci propone è un vero e proprio pezzo da collezione, più unico che raro, che meriterebbe un espositore tutto per sé.

Il genere a cui appartiene L’anno del fuoco segreto, come accennavamo, non può essere definito per via della natura stessa della raccolta. Quello che il lettore si troverà tra le mani sarà, a paragone, una fusione tra le serie tv Love Death and Robots e Black Mirror: un miscuglio di situazioni assurde condite con un’eco di realtà nemmeno troppo distante. E proprio come le due serie, il libro si pone l’obiettivo di mettere in mostra, senza vergogna, la vera natura dell’essere umano, il marciume e la bellezza che coesistono in un unico individuo; nei venti racconti dell’antologia ci siamo tutti quanti noi, che lo vogliamo o meno, e spetta al lettore riconoscere in quale racconto può collocarsi, perché nessuno può considerarsi estraneo a certi impulsi, a certi bisogni, a certi sogni.

E sarà tragico, poi, per alcuni guardarsi allo specchio. Mentre per altri potrebbe essere l’inizio di un cammino verso una nuova consapevolezza.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Antonio Messina

È nato a Catania il 2 gennaio del 1993. Ha frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre. Dopo il diploma segue due anni di Lingue e Culture Europee e Orientali a Catania, ma lascia per dedicarsi completamente alla stesura del suo primo romanzo, Le Ere dell’Eden – Genesi, una rilettura in chiave sci-fi delle origini di Dio, pubblicato, poi, nel 2015 per la casa editrice Carthago.

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