Perché si legge? Perché alcuni ne sentono il bisogno ed altri no? Che cos’è la lettura? E da cosa nasce? Queste sono solo alcune delle domande a cui Daniel Pennac, instancabile autore di romanzi e racconti, conosciuto per il suo famosissimo “Diario di scuola”, risponde con questo suo breve scritto, a metà tra un saggio e un romanzo. Sì, a metà, perché l’atto del leggere viene in parte descritto come in una narrazione: partendo dalla prima infanzia, seguiamo infatti la crescita e lo sviluppo dell’individuo che legge. E perché legge? Perché viene educato a farlo. Sono i genitori, gli educatori primi per eccellenza, che educano il bambino alla lettura. Ciò significa che qualunque bambino può potenzialmente diventare un lettore, e se non lo diventa è perché non ha appreso l’atto della lettura. Ai genitori si sostituisce però, da un certo momento in poi, la scuola. Anch’essa dovrebbe avere un importante ruolo educativo nella formazione, ruolo che oggi più che mai le viene spesso disconosciuto, rifiutato, alterato, ma che essa stessa non si riconosce appieno. Si scambia troppo spesso infatti il sapere nozionistico con la conoscenza; i ragazzi vengono educati più all’apprendimento di dati che allo sviluppo di capacità critiche e intellettive; la lettura, così come tutto il resto, viene inculcata, viene resa strumento per saggiare le capacità mnemoniche, per affibbiare un numero ad ogni individuo, e mai viene trasmessa per ciò che è: un oggetto di piacere. Il piacere della narrazione, il piacere della scrittura, il piacere del libero pensiero restano nell’ombra, quando non vengono addirittura estirpati, celati nei cuori dei pochi eletti che tengono nascosto sotto il banco l’ultimo romanzo fantasy della saga o il classico sovversivo bandito dalle antologie scolastiche. Perché i lettori sono in realtà «degli evasi intenti a nascere». Ecco allora spiegato cos’è la lettura: «Ogni lettura è un atto di resistenza›› ad ogni contingenza della vita. «Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo»: unanime il grido di Rodari come di Pennac. Leggi! E leggi come vuoi, quello che vuoi, quando vuoi, per i motivi che vuoi, ma leggi! E non per costrizione, mai per costrizione, ma per un libero atto di volontà! E voi genitori, educate i vostri figli alla lettura se volete educarli alla vita; e non costringeteli mai a posare il libro che hanno nelle mani, perché «una lettura ben fatta salva da tutto, compreso da sé stessi».
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Il nostro giudizio
Giada Di Pino
Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante.
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