12 Giugno 2023

Kasey Lansdale, nuova voce dell’horror sulle orme del padre

di Domenico Geria

Siamo a Roma, a pochi chilometri dal centro, in un tiepido e soleggiato pomeriggio di inizio giugno. Una ragazza texana si aggira per le vie accompagnata dal marito e punta dritta verso una libreria; il sole si riflette sulla sua chioma bionda rendendo quasi eterea la sua figura. La coppia varca la soglia, subito circondata dalla frescura all’interno. In filodiffusione, un brano country allieta i presenti e la ragazza texana, sorridendo e sistemandosi i capelli dietro le orecchie, in un italiano chiaro ma intriso di accento d’oltreoceano, esclama: «Ma questa canzone è mia!».

No, non è l’estratto di un racconto, magari scritto dall’ispirata penna di Jhumpa Lahiri. Tutto ciò è accaduto realmente qualche giorno fa, ma facciamo un po’ d’ordine.

Ci troviamo nella Capitale, quartiere Pigneto, è il 7 di giugno del 2023, sono da poco passate le 18.00 quando presso La mia libreria 2.0 giunge attesissima lei, Kasey Lansdale, accolta dalla musica country che l’ha resa celebre in Texas, negli Stati Uniti e nel mondo, Italia compresa. La ragazza texana però è attesa in libreria non per la sua musica ma per parlare di un libro, il suo. O per essere più precisi, quello scritto a quattro mani con il padre Joe.

Kasey Lansdale è un’artista poliedrica: cantautrice, scrittrice, editor, attrice. E, come si suole dire, il frutto non cade mai lontano dall’albero. È infatti figlia d’arte, del sopracitato Joe Lansdale, narratore geniale, letto e amato in tutto il pianeta, dall’inesauribile ispirazione, capace di piegare i generi letterari a suo piacimento e di imprimere su ogni opera, che si tratti di racconti, romanzi, novelle, sceneggiature o comic books, un’impronta chiara e una personalità definita.

Dal padre, la donna ha ereditato la grande dote di plasmare storie, anche se in Italia, per il momento, dei suoi scritti è stato tradotto solamente questo libro. Il titolo originale è Terror is Our Business: Dana Roberts’ Casebook of Horrors, adattato in italiano dalla casa editrice Einaudi in Non aprite quella morta.

Presenti in libreria una piccola schiera di lettori e fan dei Lansdale. Ad accompagnare la scrittrice in questa piccola presentazione, un nome importantissimo dell’editoria italiana: Luca Briasco, presente nonostante il braccio sinistro fissato con un tutore a seguito di una recente frattura, certamente non l’ideale per un mancino. Tra i principali editor e traduttori in Italia, nonché scrittore a sua volta, Briasco si è occupato di tradurre proprio Non aprite quella morta, dunque chi meglio di lui avrebbe potuto affiancare Lansdale in questo evento? Tra i piccoli aneddoti venuti a galla durante la chiacchierata, si è potuto evincere il grande legame di amicizia instauratosi negli anni tra Briasco e questa talentuosa famiglia, un elemento che ha reso ancor più interessante l’appuntamento presso La mia libreria 2.0.

Fulcro dell’incontro, la genesi del libro e la grande impronta lasciata sulle pagine da Kasey Lansdale. Non aprite quella morta è un’antologia un po’ particolare, suddivisa in due parti: nella prima troviamo quattro racconti, scritti da Joe Lansdale in anni differenti e con protagonista Dana Roberts, una sorta di detective dell’occulto; nella seconda troviamo altre tre storie, la prima scritta da Kasey Lansdale con al centro di tutto l’estrosa e vivace Jana, mentre nelle altre due si vede la vera collaborazione tra padre e figlia che uniscono i due personaggi, Dana e Jana, in quello che potremmo definire un crossover.

Kasey Lansdale ha raccontato da dov’è nata questa antologia, parlando nella sua lingua madre ma senza disdegnare qualche sortita in italiano, con il suo musicale accento a rendere l’ascolto un’esperienza unica. Per i poco avvezzi alla lingua inglese, Luca Briasco si è tramutato da traduttore a interprete, una capacità che ne rimarca la grandezza professionale.

Joe Lansdale aveva creato il personaggio di Dana Roberts già da qualche anno, caratterizzandolo in maniera diversa rispetto ai suoi soliti personaggi. L’autore ha sempre fatto brillare romanzi e racconti grazie a uno humor marcato e ben riconoscibile, i suoi protagonisti sono spesso irriverenti e volgari, con la battuta pronta anche nelle situazioni più disperate. Dana no. Donna tutta d’un pezzo, pare quasi allergica all’umorismo, che sia sopra le righe, becero o arguto. Questo accade almeno fino a quando non irrompe nella sua vita Jana, in un racconto ambientato, ironia della sorte, per la maggior parte del tempo proprio a Roma.

L’incontro tra le due avviene grazie alla proposta ricevuta dall’autrice di partecipare a un’antologia scrivendo una storia assieme al padre, il quale, almeno inizialmente, aveva rifiutato l’idea. La figlia non si è arresa, ha scritto tre pagine da sottoporgli, ricevendo un “You are Evil” in risposta, con un allegato di altre tre pagine. In una sorta di partita a tennis, i Lansdale hanno continuato a comporre una storia che, però, andava un po’ alla deriva, finché l’autrice non ha preso in mano la situazione stabilendo tre punti fermi nella narrazione: l’inizio, il fulcro centrale e la fine.

Il connubio tra la carismatica Dana e la brillante, spontanea, sbadata e a volte insolente Jana, si è rivelato talmente efficace da portare padre e figlia a scrivere ancora un’altra avventura che potrete leggere in questo volume. Non è da escludere che in futuro ne possano arrivare altre, ma nel frattempo ha preso forma la versione in formato comic book di Terror is Our Business, per ora disponibile solo negli Stati Uniti. Inoltre, chicca riferita proprio da Kasey Lansdale nel corso dell’incontro, si sta lavorando a una serie TV incentrata sulle (dis)avventure di Dana e Jana.

Detto dunque della genesi di questa antologia, l’altro argomento trattato è quello relativo all’impronta lasciata dall’autrice nelle storie con protagonista Jana, la quale narra le vicende in prima persona, ricordando un po’ il dottor Watson che affianca il serioso Sherlock Holmes nelle sue investigazioni. Anche Jana ricopre il ruolo di aiutante, ma a differenza del narratore scelto da Sir Arthur Conan Doyle, non perde l’occasione di borbottare pensieri non proprio felici nei confronti di Dana Roberts, quando questa la coinvolge in situazioni ad alto rischio o si mostra spocchiosa e superba.

«Jana sono io» ha candidamente affermato Kasey Lansdale, confessando come abbia infuso nel personaggio da lei creato una parte di sé. Il modo di scherzare e di affrontare i problemi, un certo umorismo sfacciato ma non volgare, e ancora un discreto grado di empatia e pragmatismo: sono alcuni degli aspetti principali del personaggio di Jana che non si fatica a riconoscere in Kasey Lansdale, anche solo dopo pochi minuti di chiacchiere amichevoli durante e dopo l’evento.

Luca Briasco ha affermato che: «Jana è il vero motore di questo libro». Ed è la pura verità. Non che la prima parte, incentrata su Dana, non sia interessante, tutt’altro. Chi conosce però l’umorismo crudo e diretto di Joe Lansdale, vedrà prevalere un altro spirito. L’arrivo di Jana tra le pagine del volume e nella vita di Dana assume i connotati di un uragano, alleggerendo la narrazione nonostante si tratti di storie dell’orrore. Lo stile umoristico di Kasey Lansdale infatti, pungente e affilato come quello del padre, rivela comunque un ritmo e un passo differenti. Elemento che non sfuggirà ai lettori attenti.

Lo voce dell’autrice è fresca e semplice, negli Stati Uniti hanno ormai da tempo imparato a conoscerla, leggerla e apprezzarla, così come in ambito musicale. Di prossima uscita negli States quello che sarà il suo primo romanzo, scritto stavolta in solitaria, annuncio avvenuto proprio durante l’incontro romano e che ha visto un Luca Briasco entusiasta e speranzoso di poterlo vedere sul mercato italiano, possibilmente con la traduzione affidata proprio a lui. Nel frattempo ha comunicato di aver appena consegnato la traduzione completa di The Donut Legion di Joe Lansdale, romanzo recentemente pubblicato negli Stati Uniti e che presumibilmente vedremo in Italia in autunno.

In un clima di cordialità e allegria, l’evento presso La mia libreria 2.0 si è concluso tra selfie, sorrisi, firmacopie e strette di mano. Una location piccola ma accogliente, quella messa a disposizione dagli amichevoli librai di quartiere, che da bravi supereroi della cultura si prodigano per tenere sempre acceso un faro composto da libri e incontri con gli autori, con grande garbo e professionalità, qualità sempre apprezzate e affatto scontate.

© Riproduzione riservata.

Domenico Geria

Nato a Reggio Calabria l’11 febbraio 1984, dopo una serie di cambi di rotta scolastici si diploma presso l’Istituto Tecnico per Geometri Pitagora di Siderno, nel 2003.

Amante della scrittura fin dalla tenera età, coniuga ad essa l’altra sua grande passione: lo sport.

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