14 Gennaio 2021

Oltre il giudizio. “Wonder” di R. J. Palacio

di Claudio Celeghin

La scrittrice statunitense R. J. Palacio, pseudonimo di Raquel Jaramillo, di origine colombiana, ha debuttato con il romanzo “Wonder”. Fin dalle prime pagine della sua opera d’esordio, l’autrice immerge il lettore, senza alcuna forma di edulcorazione, nella complessa e difficile vita di un bambino di prima media: August Pullman, affetto da una disostosi mandibolo-facciale complicata da una microsomia facciale. In parole meno scientifiche, il suo viso è deforme, grottesco, inaccettabile per la società in cui vive. E sarà proprio questa la sfida che August sarà costretto ad affrontare, volente o nolente, fin dal suo primissimo giorno scolastico, sfida del tutto nuova per lui, non essendo andato a scuola prima di allora: riuscire ad essere accettato da uno dei primi
gruppi sociali esterni alla famiglia. Non ci sarà sua madre Isabel a proteggerlo, né suo padre Nate ad infondergli coraggio, tantomeno sua sorella Olivia a lenire le sue ferite. Solo, August sarà investito da tutto quello che di perverso quel microcosmo della scuola media avrà da offrirgli: ipocrisia, derisione, disprezzo, esclusione, paura, odio e rabbia. Ecco tuttavia che nella sua personale e claustrofobica prigione di disperazione, August scoprirà le due chiavi che gli permetteranno di uscire e salvarsi: l’amicizia e la resilienza. Saranno Jack Will e Summer a far rinascere in lui la speranza negli altri; e sarà il ricordo, la memoria di tutto quello che ha affrontato fin da piccolo a dare la consapevolezza ad August che, anche se la vita lo colpirà ferocemente, niente e nessuno potrà mai impedirgli di rialzarsi e di continuare a vivere. Il piccolo August non sarà l’unico ad essere tormentato e straziato ma lo sarà anche il lettore: R.J. Palacio, con stile semplice, chiaro e diretto, quasi come se fosse dietro a una cinepresa, non risparmierà alcuna cruda realtà. Allora il lettore, da solo nella sua interiorità, dovrà rispondere alla sottaciuta, ma sempre presente, domanda: oltrepassare la sua zona di comfort, vincere le bieche ed immorali convenzioni sociali per accettare persone come il piccolo August, oppure essere vinto dalla paura del diverso ed allontanarsi con la convinzione di essere nel giusto?

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Il nostro giudizio

Claudio Celeghin


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