4 Febbraio 2021

Come togliere valore alla sofferenza in quattro semplici mosse. “Colpa delle stelle” di John Green

di Giada Di Pino

Hazel ha sedici anni e sta guarendo da un terribile cancro ai polmoni grazie ad un farmaco sperimentale. Tuttavia la progressiva guarigione non la rende più fiduciosa, anzi: la ragazza è sempre più scoraggiata, delusa, depressa. Un giorno, al gruppo di sostegno per malati di cancro conosce Augustus, di poco più grande di lei e con un arto amputato, sempre a causa di un tumore. La sintonia tra loro è incredibile: entrambi possiedono un’intelligenza fuori dal comune, hanno alle spalle anni di sofferenza, amano alla follia lo stesso libro. Libro che per Hazel è stato strumento di salvezza, rifugio e conforto, ma che per qualche motivo incomprensibile non ha una conclusione. Questo finale mancato è la sua ossessione, a tratti la affligge quasi più della sua stessa malattia, e porterà i due ragazzi a compiere insieme un idilliaco viaggio ad Amsterdam per incontrare l’autore, viaggio in cui sboccerà, com’era prevedibile, il loro amore.
John Green è un autore statunitense dalla penna visionaria e poco realistica. Con “Colpa delle stelle” è riuscito a conquistare non solo milioni di lettori, perlopiù adolescenti, ma anche le sale cinematografiche. La lettura del romanzo può risultare sgradevole, e non solo per alcuni evidenti buchi di trama, per il finale scontato e che lascia al tempo stesso perplessi, per la poca e disorganizzata logicità di alcune sequenze, o per la mal riuscita penetrazione psicologica dei personaggi, o ancora per lo stile di scrittura che sembra volto a strappare a tutti i costi una compartecipazione emotiva fine a sé stessa, ma anche e soprattutto per la tematica trattata. La malattia è qualcosa di terribilmente doloroso per chi la vive e per chi la vede vivere, in particolare quando si tratta di ragazzi, che spesso trasformano la loro sofferenza in lotta disperata per la vita, ma difficilmente in ossessioni illogiche e poco credibili. Si parla di “lotta” contro il cancro perché questo essa è: una guerra di trincea. E come tale va presa con tutta la serietà e la profondità che merita, non come uno dei tanti banali sfondi di una storia d’amore impossibile; l’amore aiuta nei contesti della malattia ma purché non sia ridicolizzato, come a tratti sembra accadere in questo romanzo, per rispetto di chi questa sofferenza l’ha vissuta. Per i lettori di quei romanzi rosa senza troppe pretese e senza spessore letterario, questo è certamente il libro giusto. Al contrario, un lettore attento che scandaglia il tessuto narrativo rimarrà deluso per gli inceppamenti di una trama scontata e giudicherà “Colpa delle stelle” un romanzo assolutamente sopravvalutato.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Giada Di Pino

Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante. 

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