11 Marzo 2023

Grande, ma non abbastanza. “Ant-Man and The Wasp: Quantumania” di Peyton Reed

di Antonio Messina

Attenzione: contiene spoiler

Dopo una Fase 4 di transizione e chiarimento, il Marvel Cinematic Universe si apre ufficialmente all’arrivo di un nemico inedito, pronto a occupare il posto precedentemente occupato da Thanos: Kang.

 La Fase 4 è stata una vera e propria “zona”, possiamo definirla così, all’interno della quale i personaggi dei vari film si muovevano in maniera un po’ confusa, in totale balia delle conseguenze che la fine della Fase 3 ha portato con sé: la morte di Iron Man, Pantera Nera e Natasha Romanoff (la Vedova Nera) e la disgregazione degli Avengers così come li abbiamo conosciuti, nonostante alcuni abbiano raccolto l’eredità degli eroi più potenti della Terra, lasciando spazio a una ipotetica formazione dei nuovi Avengers. Ma è stata anche la fase dell’apertura del Multiverso, grazie alla serie  Loki e i film Doctor Strange in the Multiverse of Madness e Spider-Man: No Way Home, che ci hanno mostrato cosa succede se si gioca troppo con le linee temporali, aprendo le porte a diverse versioni degli stessi personaggi o “ritorni” inaspettati di alcuni nemici provenienti da produzioni cinematografiche differenti.

Ma qui entriamo in un campo troppo vasto, che potremo approfondire tra un paio di anni, quando le intenzioni della Sony saranno più chiare.

La prima apparizione di Kang nel Marvel Cinematic Universe risale alla fine della serie Loki, in cui il villain ci spiega brevemente qual è la sua natura, senza entrare troppo nel dettaglio e avvertendo lo spettatore: «Se pensate che io sia cattivo, aspettate di conoscere le mie varianti». Chi è Kang, quindi?

Definito da sempre come una minaccia di livello Avengers (immaginatevi un villain del genere in un mondo senza Vendicatori), Kang ci viene presentato come uno scienziato che ha scoperto l’esistenza di mondi paralleli, abitati da differenti varianti degli stessi personaggi. Incontrandosi tra loro, tutte le varianti di Kang si scambiano conoscenze atte a migliorare ognuno il proprio mondo. Ma nuovi universi portano anche a un desiderio di preservazione e conquista. Così la pace venutasi a creare con la coesistenza di centinaia (!) di versioni della stessa persona, diviene una vera e propria guerra.

Ogni variante di Kang ha delle intenzioni e una volontà unica e  indipendente dalle altre. A parte Loki e la sua variante femminile, Sylvie, coloro che sono entrati in contatto con una delle versioni di Kang (lo stesso Jonathan Majors che interpretò il personaggio in Loki) sono adesso l’Ant-Man di Paul Rudd, la Wasp di Evangelyne Lily, Hank Pym (Michael Douglas), la vecchia Wasp e la nuova eroina Cassie Lang nei panni di quella che sembra essere a tutti gli effetti l’erede/spalla di Ant-Man. Ed è da lei che parte tutto: durante il periodo in cui il padre è stato lontano, intrappolato nel Regno Quantico, ha trovato un modo per mandare un segnale e rintracciare il padre o chiunque altro vi si trovi al suo interno, mettendo a punto un macchinario apposito. Nel tentativo di spegnere il congegno, però, i protagonisti si ritrovano catapultati proprio nel Regno Quantico, in una zona governata da Kang il Conquistatore. O meglio, da una delle sue innumerevoli versioni, esiliata per via delle sue idee sovversive e il suo crescente desiderio, appunto, di conquista, con il quale mette a ferro e fuoco un luogo da lui stesso ideato.

Così, i personaggi si ritrovano a esplorare una vera e propria utopia ipertecnologica, costantemente braccati dal Conquistatore. Il tutto, a causa di quanto fatto – o non fatto! – dalla vecchia Wasp in passato durante il periodo vissuto all’interno del Regno Quantico. Infine, Kang il Conquistatore riesce a raggiungerli e a prenderli in ostaggio: o Ant-Man lo libererà dalla condizione di esilio in cui si trova, lasciandogli conquistare la Terra, oppure farà fuori lui e tutta la sua felice famigliola.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania apre la Fase 5, mantenendo però l’anima dell’eroe principale. Scott Lang rimane un personaggio sempre sul punto di fare quel passo in più che alla fine non compie mai, se non all’interno di pellicole corali al fianco di altri super-eroi. Infatti, è proprio grazie alle sue azioni se Iron Man, Captain America e gli altri eroi erano riusciti a sconfiggere Thanos il Titano Pazzo: l’idea del furto nel tempo era stata sua. Senza questa, Tony Stark probabilmente non avrebbe minimamente pensato al modo di portare tutti indietro nel tempo, rubare le Gemme dell’Infinito prima che lo stesso Thanos riuscisse a impossessarsene ed evitare una catastrofe senza eguali. Nonostante ciò, nessuno si ricorda davvero di lui, viene spesso scambiato per Spider-Man e gli altri sembrano quasi biasimarlo per essersi preso del tempo per sé stesso dopo aver compiuto a tutti gli effetti un’impresa titanica. Ma da solo Ant-Man rimane un personaggio quasi secondario, a tratti messo in disparte, che fa costantemente la parte di quell’eroe che riesce solo per una serie di fortunate coincidenze a sconfiggere i nemici che affronta in ogni film. Un improvvisatore a tutti gli effetti toccato costantemente dalla fortuna del principiante, come se restasse sempre tale nonostante tutte le avventure vissute.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania tenta di alzare l’asticella del personaggio, facendogli affrontare un villain di tutto rispetto, e ci riesce solo in parte. Il protagonista sarebbe spacciato senza l’aiuto degli altri, nonostante il Regno Quantico gli permetta di compiere azioni senza precedenti – e, anche qui, parliamo di soluzioni un po’ al limite del colpo di fortuna. Come se non bastasse, il film richiama costantemente luoghi e situazioni che abbiamo già visto: ad esempio, una delle zone che si trova sotto il dominio del Conquistatore sembra una versione allargata di Knowhere (la nuova base dei Guardiani della Galassia) per l’aspetto e l’eterogeneità delle creature che lo popolano, mentre alcune interazioni tra queste ultime, le alleanze e le formazioni, ci rimandano a quelle viste fra alcuni personaggi dei film su Thor.

Il che non deve per forza essere un punto di forza: questi elementi lasciano intravedere una sceneggiatura e una scenografia rimaneggiate. Un utilizzo di CGI a tratti eccessivo ma necessario. Un finale leggermente telefonato, ad eccezione di un paio di colpi di scena, Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Tuttavia il film è il più “grosso” sul personaggio più bistrattato della rosa degli eroi Disney. Letteralmente: non solo è enorme e variegato il mondo in cui si muovono i personaggi, ma è enorme lo stesso Ant-Man (forse la versione più imponente che abbiamo visto fino a ora), e altrettanto gigantesche sono le azioni nascoste dietro la volontà del Conquistatore e le conseguenze che ne derivano: il Conquistatore è cattivo. Lo diciamo senza mezzi termini. Negli atti, nelle intenzioni, nelle parole. Non ha il carisma di Thanos, perché parliamo di un personaggio che abbiamo visto solo due volte e che non è ancora stato possibile esplorare in tutte le sue sfaccettature, ma la sua entità giustifica il perché ci sia stata in passato una Guerra dei Kang e preannuncia l’enormità di quello che vedremo in Avengers: Kang Dinasty nel 2025.

E se questa versione di Kang ci è sembrata abbastanza cattiva, come già avvenuto in Loki, siamo sicuri che da qualche parte ce ne sia una che possa di gran lunga superarla.

Per parlare di alcuni personaggi, invece, è ormai tardi: Hank Pym e la vecchia Wasp sono già stati analizzati più o meno a sufficienza. Per alcuni è invece ancora troppo presto: Cassie Lang ha il potenziale dell’erede ideale, ma non è ancora il momento per dire se potrebbe fare la differenza in un’ipotetica formazione degli Young Avengers.  La sensazione è che potrebbe fare la fine del padre, rimanendo in panchina.

Questo terzo film è il più audace della saga, nonostante tutti i suoi difetti, ma per essere il film di apertura della Fase 5 forse ci saremmo aspettati di più, ed è come se cominciasse a mostrare le fragilità del Marvel Cinematic Universe. A dare uno spessore reale alla pellicola è solo una delle due scene dopo i titoli di coda, che alza l’hype a dismisura in chi conosce i fumetti e incuriosisce chi, invece, ne sa poco o niente.

Il timore è che i prossimi film possano deviare pericolosamente verso questa nuova tendenza senza che lo spettatore se ne renda realmente conto, fungendo solo da riempitivo per arrivare alla scena finale, atta a mantenere alta l’attenzione fino alla pellicola successiva mascherata da una sapiente operazione di marketing. Ant-Man and the Wasp: Quantumania è forse l’esempio più calzante di questo fenomeno, che comincia sempre più a emergere, così come il meccanismo di serialità tra i film che impedisce allo spettatore di poterne godere singolarmente, ovvero senza aver visto i precedenti, serie comprese.

Chiaramente, il cinema non prenderà questa via, ma non sappiamo per quanto ancora la Disney riuscirà a mantenere questo metodo prima che anche i fan più incalliti si stanchino di vedere l’ennesimo prodotto mediocre in attesa del passo successivo, per quanto questo meccanismo sembri ancora funzionare.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Antonio Messina

È nato a Catania il 2 gennaio del 1993. Ha frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre. Dopo il diploma segue due anni di Lingue e Culture Europee e Orientali a Catania, ma lascia per dedicarsi completamente alla stesura del suo primo romanzo, Le Ere dell’Eden – Genesi, una rilettura in chiave sci-fi delle origini di Dio, pubblicato, poi, nel 2015 per la casa editrice Carthago.

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