25 Dicembre 2021

Le origini di Babbo Natale. “Klaus – I segreti del Natale”, regia di Sergio Pablos

di Antonio Messina

Nella fredda e tetra cittadina di Smeerensburg si tramanda dall’alba dei tempi una faida che vede due famiglie – i Krum e gli Ellingboe – scontrarsi giornalmente; i dispetti si susseguono senza esclusione di colpi, tra cannonate, sabotaggi di ogni genere e scontri con armi contundenti tradizionali e altre più improbabili. A scombussolare l’equilibrio di questa cittadina sarà Jesper, figlio viziato del capo di un’accademia che forma postini con la stessa serietà di un campo militare: il ragazzo dovrà aprire, entro l’anno, un ufficio postale e spedire ben seimila lettere. Resosi conto della situazione assurda in cui versa la cittadina, il suo primo intento è quello di fuggire, ma l’incontro con un carpentiere e costruttore di giocattoli, Klaus, e una maestra senza alunni, Alva, gli farà cambiare idea.

Lo sconvolgimento che porterà l’unione di questi tre personaggi sarà per Smeerensburg significativo: i bambini, inizialmente tristi e costretti a sottostare alle “leggi” dettate dagli adulti, quando cominciano a ricevere i primi regali riscoprono una felicità e una spensieratezza che credevano perduta e che, al contempo, terrorizza i genitori. Chi aveva perso la speranza comincia a ritrovarla nei sogni ormai nascosti dalla candida ma feroce neve del luogo, tra le assi di legno marce delle case lasciate a sé stesse e quello che inizialmente è un desiderio di fuggire, comincia a trasformarsi in voglia di cambiare le cose.

Uscito nel 2019 per Netflix (che ne acquisisce i diritti dopo un lungo periodo di fermo) e diretto da Sergio Pablos, Klaus – I Segreti del Natale rielabora le origini di Babbo Natale, introducendo elementi più realistici, senza però mettere da parte la comicità e la magia che una storia del genere possono ispirare. Nonostante sia Jesper a consegnare i regali che i bambini chiedono al signor Klaus, la leggenda attorno al carpentiere comincia ad assumere sempre di più dei toni magici, conferendogli identità e poteri soprannaturali che si tramandano tutt’ora e che i bambini tutti conoscono; Klaus porta i regali solo di notte, passa dal camino e vola a bordo di una slitta trainata da bellissime renne, non si lascia intimidire dai bambini che non sono stati bravi e a loro non porta doni, ma solo carbone.

Ovviamente, tutte queste cose hanno dei retroscena buffi e per niente scontati, che rendono il film scorrevole e leggero, riuscendo a strappare più di una risata nella sua ora e mezza di durata.

Per quanto, comunque, si tratti di un film animato, non si deve avere alcun pregiudizio nei confronti di questa piccola perla cinematografica. Innanzitutto, il comparto artistico è di tutto rispetto e il cast è eccezionale: nella parte di Klaus, infatti, troviamo niente meno che J.K. Simmons (Spider-Man, Whiplash, Juno), mentre il ruolo del protagonista è affidato a Jason Schwartzman (Fargo, Il treno per Daajerling, The French Dispatch of Liberty). Oltretutto, come ormai di norma, nonostante si tratti di un prodotto per il pubblico più giovane, gli adulti troveranno all’interno della storia tantissimi spunti di riflessione: primo fra tutti quanto possa essere malsano rimanere attaccati a tradizioni che logorano nel tempo l’animo e condannano gli altri a una vita priva di amore e sentimenti che non siano solo odio e disprezzo. Le colpe degli adulti, rielaborando un detto, non possono e non devono ricadere sui figli, soprattutto se sono loro stessi a rifiutarle con l’arma più potente di tutte: la parola scritta.

La storia di Klaus, prima che Jesper arrivi a portargli un motivo per continuare a costruire giocattoli, che ci spiega il perché l’uomo si sia isolato da tutto e tutti, dà al film un tono serio quanto basta per portare il pubblico a riflettere sulle occasioni perdute nel tempo e che ci privano di una felicità che pensiamo di non meritare a causa del senso di colpa.

In definitiva, Klaus – I Segreti del Natale, si presenta come un ottimo film di Natale da guardare in famiglia. Un prodotto che, anche se non porta nulla di innovativo nel panorama dei film animati, lascia comunque un senso di calore e pienezza interiori. Un ottimo film, in sostituzione di pellicole già viste e che vengono costantemente riproposte in questo periodo e che di natalizio, magari, hanno ben poco.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Antonio Messina

È nato a Catania il 2 gennaio del 1993. Ha frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre. Dopo il diploma segue due anni di Lingue e Culture Europee e Orientali a Catania, ma lascia per dedicarsi completamente alla stesura del suo primo romanzo, Le Ere dell’Eden – Genesi, una rilettura in chiave sci-fi delle origini di Dio, pubblicato, poi, nel 2015 per la casa editrice Carthago.

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