28 Maggio 2022

A ciascuno il suo panda! “Red”, regia di Domee Shi

di Giada Di Pino

Una ragazzina. Un gruppo di amiche. Una madre iperprotettiva e soffocante. Un gigantesco panda rosso. Sono questi gli ingredienti principali del nuovo film d’animazione Disney Pixar, uscito lo scorso febbraio su Disney Plus e che ha riscosso un immediato successo, tra i più piccoli e non solo. La tematica principale non è nuova tra le ultime creazioni della più importante casa di produzione di cinema per l’infanzia: la famiglia. Arricchita, in più, da un altro elemento fondamentale, ovvero il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, uno dei momenti più delicati della crescita di un individuo. Il tutto, mescolato con un po’ di sana magia!

Red, regia di Domee Shi (2022)

La protagonista della storia è Mei, una ragazzina di origini orientali che vive a Toronto e i cui genitori sono i custodi del tempio del Panda Rosso. Fin dalle prime scene siamo di fronte a una forte spaccatura, una doppia vita che la piccola Mei è costretta a condurre: da un lato la tredicenne che sta crescendo, brillante, intelligente, desiderosa di libertà e di indipendenza, la fan della band musicale hit del momento, leader di un gruppetto di ragazze esplosivo e divertente; dall’altro la figlia devota, che non sa dire di no alle richieste dei genitori, piena di compiti pratici e di responsabilità che si sforza di compiere sempre col sorriso sulle labbra e con entusiasmo, sottomessa a una madre dispotica e ansiosa nelle sue manifestazioni di affetto. Quando Mei si trasforma improvvisamente in un enorme e morbido panda rosso, gli equilibri già precari e altalenanti si spezzano e la situazione precipita velocemente. 

Agli occhi dei più piccoli, il film è un’esplosione di colori, di risate, di scene avventurose e divertenti. Con gli occhi degli adulti, invece, si possono ben cogliere le metafore che attraversano la narrazione, quelle metafore che agiscono a livello inconscio nei bambini e che rimarranno nelle pieghe del loro animo, contribuendo un giorno a formare la loro personalità e a trasmettergli quei valori contro cui la società sembra oggi lottare con tutte le sue forze. Il grande nemico di Mei, infine, l’antagonista del suo personalissimo viaggio dell’eroe, è proprio sua madre, che vorrebbe in ogni modo proteggerla, dal mondo come da sé stessa. E cos’è il panda rosso se non l’emblema del passaggio all’adolescenza, il giungere della pubertà, la fine dell’infanzia e il primo passo verso l’età adulta? Ogni bambino ha in nuce dentro di sé un panda rosso, ovvero il suo potenziale, le sue capacità in divenire e la sua personalità. C’è chi vi rinuncia, chi decide di sopprimere il proprio io e di conformarsi a ciò che gli altri, in particolare la famiglia, decidono che debba essere; c’è invece chi lo abbraccia, chi impara ad accettare il proprio essere pienamente e lo fa crescere e sviluppare a suo modo, nel mondo. Il tutto sta dunque nel modellare sè stessi, la propria natura, il proprio panda rosso interiore, senza lasciarsi dominare da esso. E ovviamente, nell’arco della crescita, un altro elemento è fondamentale: non dimenticare mai le proprie origini, non abbandonare mai la propria famiglia, ma diventare un tutt’uno con essa. Spesso, sembra dirci Red, per ottenere tutto questo bisogna combattere, è vero. Spesso non è semplice, spesso chi ci vuole più bene è il nostro primo nemico. Ma ci sono solo due strumenti che è lecito usare: il dialogo e, soprattutto, l’amore, ovvero l’unica arma con cui non si può fare altro che vincere. Quindi, Red è sì un film per bambini, ma, sulla scia di Encanto, è anche un film per i genitori. Ed è un film per chiunque, se si allarga ancora lo sguardo e lo si estende in una complessiva visione panoramica: il messaggio che la Disney infatti sembra stia cercando di lanciare al suo pubblico negli ultimi due anni è quello di non aver paura di accettare, di abbracciare le differenze. Nell’arco della vita, cari bambini e adulti di ogni età, ci capiterà sempre di scontrarci e/o incontrarci con chi ha una cultura diversa dalla nostra (Raya e l’ultimo drago), con chi ha un’origine o una natura diversa dalla nostra (Luca), o con chi non ha le nostre stesse capacità (Encanto) o, più semplicemente, con chi ha una sua personalità, una sua bestia interiore a noi sconosciuta e contro cui, magari a nostra insaputa, lotta (Red). L’unica cosa ragionevole da fare, quindi, è andare incontro all’altro, chiunque esso sia, abbracciare la sua diversità e la sua personalissima magia, visibile o meno, perché solo questo può aiutarci a costruire il nostro domani: vivere insieme, lottare insieme, ciascuno a suo modo, l’uno per l’altro. Questo è l’unico futuro possibile.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Giada Di Pino

Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante. 

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