4 Settembre 2021

Nuove origini per la nuova Marvel. “Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli”, regia di Destin Daniel Cretton

di Antonio Messina

Dopo le tre fasi che hanno composto la Saga dell’Infinito, culminata con Avengers: Endgame e Spider-Man: Far From Home, la Marvel torna alla carica con un nuovo arco narrativo che porta con sé gli strascichi della follia di Thanos, senza perdere tuttavia la voglia di rinnovarsi. 

La Fase 4 comincia ufficialmente a gennaio 2021 con le serie tv prodotte per Disney+: WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier e Loki, che di fatto sono dei tasselli importantissimi e da cui non si può prescindere, perché gettano le basi per quello che vedremo fino al 2024 e forse oltre, facendoci entrare all’interno del Marvel Cinematic Universe come le prime serie tv canoniche. 

Ma a che punto siamo arrivati? Dopo un discutibilissimo Black Widow, a partire da questo 1° settembre in sala esce il venticinquesimo film del MCU, nonché secondo film post-Endgame e primo prodotto Marvel che mescola superpoteri ed arti marziali: Shang- Chi e la Leggenda dei Dieci anelli.

I Dieci Anelli sono degli artefatti alieni che conferiscono un grande potere a chi li usa, oltre a una longevità che ha il sapore dell’immortalità. Sulla Terra vengono usati da un uomo che ne sfrutta le eccezionali capacità per portare avanti guerre senza quartiere. Ma la sete di conquista si mescola a quella della conoscenza e, nel 1996, Wenwu (Tony Leung) parte alla volta della città nascosta di Ta-Lo. Alle porte della città, però, scopre un nuovo sentimento che in mille anni non si era mai palesato: l’amore. L’uomo decide di mettere da parte i Dieci Anelli, formare una famiglia e invecchiare, finalmente, con Jiang Li (Fala Chen), originaria della città nascosta. 

Dall’unione dei due, nascono Shang-Chi (Simu Liu) e sua sorella minore Xiailing (Meng’er Zhang). Gli anni passano e la morte improvvisa di Jiang Li getta nello sconforto la famiglia. I ragazzi andranno via dalla loro casa natia per costruirsi una vita lontana dall’ambiente minaccioso creato dal padre. 

I figli di Wenwu sono dei personaggi molto peculiari: essendosi allenati fin da piccoli ed essendo cresciuti in un regime prettamente militare sotto la guida del padre, sono già molto potenti senza l’aiuto di artefatti, gemme o armature ipertecnologiche. Quindi, soprattutto per Shang-Chi, la sfida deve essere maggiore rispetto a quelle proposte agli altri supereroi. La sensazione che si può avere è che la curva d’apprendimento del protagonista sia troppo rapida, ma il terzo atto servirà a fugare ogni dubbio. 

Una nota di merito va proprio a quest’ultima parte della pellicola: la città nascosta di Ta-Lo (pantheon delle divinità cinesi) ci porta in un mondo pieno di magia e strane creature che attinge a piene mani dalla cultura cinese. E se durante il film assistiamo a combattimenti serrati e coreografici al punto giusto da sembrare quasi delle danze, l’ultimo quarto del film ce li propone su una scala molto più ampia e senza esclusione di colpi, ma comunque coerenti con la trama imbastita fin dal principio.

Non mancano i camei a sorpresa e la pellicola non si discosta molto dai toni scherzosi, tipici del connubio Disney/Marvel. Nonostante ciò, il regista (Destin Daniel Cretton) tenta di portare delle innovazioni in questo sistema, con un accenno di piano sequenza e un combattimento finale che fa sembrare un’azzuffata il già deludente scontro tra i due draghi de Il Trono di Spade

Oltretutto, viene gestito bene il collegamento con alcune pellicole delle fasi precedenti: Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, curiosamente, è un film che racconta le origini di un personaggio, come lo fu l’Iron Man del 2008, praticamente sconosciuto ai più e che tenta di trovare il suo posto in un mondo che ha visto gli Avengers sacrificarsi per la Terra. Ma ad unire i due non è solo questa coincidenza: chi ha visto i tre Iron Man e il primo Ant-Man sa benissimo che i Dieci Anelli sono un’organizzazione terroristica guidata da un uomo conosciuto come “Il Mandarino”, rivelatosi poi un fantoccio in Iron Man 3

La minaccia, con Shang-Chi, diventa reale: non solo si concretizza nel nome stesso, ma anche nell’identità vera del Mandarino. Con Shang-Chi si chiude un cerchio – o un anello – che era rimasto aperto fin dal 2008 con una parvenza di chiusura nel 2013. Chiusura che, in realtà, arriva solo adesso allo scopo di aprire una strada forse ancora più pericolosa.

Con quello che sembra volersi guadagnare il titolo di miglior film d’origini – dopo Iron Man e Doctor Strange – sembra ormai chiaro che la Marvel stia cercando di espandersi sempre di più e di gettare le basi per qualcosa di molto, molto grosso che ancora non riusciamo a identificare. Tra pantheon, divinità, esseri antichi quanto l’universo stesso, ritorni storici e un multiverso pronto ad esplodere da un momento all’altro, non sarà difficile trovare una minaccia che possa eguagliare la potenza di Thanos. Ma riusciranno a renderla credibile anche nei film?

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Antonio Messina

È nato a Catania il 2 gennaio del 1993. Ha frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre. Dopo il diploma segue due anni di Lingue e Culture Europee e Orientali a Catania, ma lascia per dedicarsi completamente alla stesura del suo primo romanzo, Le Ere dell’Eden – Genesi, una rilettura in chiave sci-fi delle origini di Dio, pubblicato, poi, nel 2015 per la casa editrice Carthago.

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