Sono più miti le mattinee più scure diventano le nocie le bacche hanno un viso più rotondo.La rosa non è più nella città.L’acero indossa una sciarpa più gaia.La campagna una gonna scarlatta,Ed anch’io, per non essere antiquata,mi metterò un gioiello.
Tag: Roberta Spadaro
“Chimica” di José Saramago
Sublimiamoci, amore. Come il fioreche nel prato non muore se il profumosi serba nel cristallo dell’essenza.Superiamo le prove, i nostri ardori:non s’infiamma l’istinto senza il fuoco,senza l’effluvio del segreto aroma.
“Godimento” di Giuseppe Ungaretti
Mi sento la febbredi questapiena di luce Accolgo questagiornata comeil frutto che si addolcisce Avròstanotteun rimorso come unlatratoperso neldeserto 18 Febbraio 1917
“Lidia” di Lucio Cannavò
Nel giardino dei tuoi avi giocaviseduta nei secoli,Lidia, sorriso di bimba.Il volto bruno,gli occhi castagnafiore di pruno e melo. Alta come spiga,nel giardino dei tuoi avi,sei pane da mordere.Nessuna malafarina ti avrà.Siede in te l’orizzonte e riposa.
“M’ama non m’ama senza uccider fiori” di Antonio Fogazzaro
M’ama, non m’ama. Senza uccider fiori,dirmi così da tutto l’universoascolto sempre e dal mio core istesso;starò a veder su qual dei due si ferma.No, non domando al fior. Se il fior sapessegli chiederei soltanto s’è felice.Ma il fior l’ignora, e chi potrebbe dirlomi niega per pietà questo conforto. Un pensier mi ferisce. E se il […]
“Alla notte” di Salvatore Quasimodo
Dalla tua matriceio salgo immemoree piango. Camminando angeli, muticon me; non hanno respiro le cose;in pietra mutata ogni voce,silenzio di cieli sepolti.Il primo tuo uomonon sa, ma dolora.
“Amo in te” in Nazim Hikmet
Amo in tel’avventura della nave che va verso il poloamo in tel’audacia dei giocatori delle grandi scoperteamo in te le cose lontaneamo in te l’impossibile entro nei tuoi occhi come in un boscopieno di solee sudato affamato infuriatoho la passione del cacciatoreper mordere nella tua carne. amo in te l’impossibilema non la disperazione.
“Il miracolo” di Elvira Sastre
Se mi vuoi guardareguardami,ma così:toccandola mia pelle dall’internocon le mani apertecome se non esistesse alcun ostacolo.Come se tu fossi un fantasmae non potessi estrarre neanche un versodai miei occhi.Come chi ormai non credein nienteperché ha già visto tutto.Guardami così,e solo allora inginocchiatiinvocando di nuovo il miracolo.
“Il giardino” di Jacques Prévert
Mille anni e poi milleNon possono bastarePer direLa microeternitàDi quando m’hai baciatoDi quando t’ho baciataUn mattino nella luce dell’ invernoAl Parc Montsouris a ParigiA ParigiSulla terraSulla terra che è un astro.
“Domanda di perdono” di Friedrich Horderlin
Molte volte ho turbatola chiara tua pace divinae molti degli oscuri,profondi mali della vitahai appreso da me. Dimentica, perdona; come la nubedavanti alla placida luna io passo,tu ritorni a splenderein calma bellezza, tu dolce luce.