16 Ottobre 2021

Come non dovrebbe essere un horror: “Halloween – La notte delle streghe”, regia di D. Gordon Green

di Antonio Messina

È il 1987 quando il piccolo Michael Myers uccide, a soli sei anni, la propria sorella a coltellate. 

Quindici anni dopo, trascorsi in un ospedale psichiatrico, l’ormai ventenne omicida riesce a scappare e a perpetrare una serie di brutali omicidi, indossando una terrificante maschera bianca ispirata alle fattezze del capitano Kirk di Star Trek, mentre la polizia tenta invano di fermarlo. 

Vittime prescelte da Myers (Donald Pleasence) sono Luarie (Jamie Lee Curtis) e le sue amiche e la strage è terribile. 

La ragazza è infine l’unica testimone rimasta in vita e racconta quello che è successo in quella fatidica notte del 31 ottobre.

È con quest’opera che John Carpenter ha dato vita al sottogenere horror degli slasher: film a basso budget, con un iconico assassino, riconoscibile da una maschera grottesca, che inizia una caccia spietata alle proprie vittime, molto spesso adolescenti. 

Da qui hanno avuto origine film come Scream, Chucky, Nightmare e molti altri. Halloween – La notte delle streghe ha generato una moltitudine di prodotti sul piano multimediale, dai fumetti ai romanzi, oltre a una sterminata produzione di sequel, diretti dai registi di horror più noti. 

Qui vogliamo soffermarci proprio su uno dei capitoli del franchise, uscito nel 2018 e diretto da David Gordon Green.

Questo rifacimento di Halloween ci presenta il personaggio di Myers e la sua iconica maschera fin dall’inizio della pellicola, in cui due giornalisti indagano per tentare di svelare il mistero dietro la psiche dell’ormai anziano pluriomicida. 

Che Halloween sarebbe se l’assassino non decidesse di completare il lavoro lasciato in sospeso? 

Quello che però Myers non sa è che nel frattempo la sua vittima si è da lungo tempo preparata per un possibile futuro scontro decisivo contro la sua nemesi…

Come tutti gli slasher che si rispetti, anche questo film dedica i primi due atti all’immancabile sequela di vittime che hanno la sfortuna di trovarsi sulla stessa strada dall’assassino, puntando tutto sulla suspense, la violenza grafica e l’effetto sorpresa.

Il terzo atto, quello decisivo, è il momento per cui gli spettatori si sono ammassati in sala, desiderosi di vedere come si concluderà la battaglia tra i due protagonisti e, soprattutto, se da questa verrà fuori questa volta un vero vincitore. 

Nonostante il film cerchi in qualche modo di penetrare i motivi che spingono Myers a uccidere, dopo i primi venti minuti tende già a perdersi in situazioni trite e ritrite, dove l’effetto sorpresa è quasi inesistente e tutto si riduce a un continuo susseguirsi di scene che sanno di già visto, annullando così il tentativo di tenere incollati gli spettatori alla poltrona o di dare una sensazione reale di ansia. 

Alcuni momenti che dovrebbero essere ricchi di tensione risultano addirittura quasi divertenti, come se fossero stati scritti apposta per stemperare il clima, ma nel momento più inadatto.

Al di là della narrazione povera di novità, la macchina da presa fa il suo lavoro, soffermandosi sui dettagli iconici: la maschera, le armi, i volti di personaggi noti che ritornano ancora una volta; quelli, insomma, di cui lo spettatore ha bisogno per sentirsi al sicuro e poter dire di stare vedendo senza dubbio un film su Michael Myers e non un qualunque film horror pieno di mostri, fantasmi o ragazzine possedute.

Non aspettiamoci dunque un capolavoro estetico o dalla narrazione profonda; a un film del genere dobbiamo approcciarci con la consapevolezza di stare per spendere le nostre prossime due ore nella visione di un prodotto di serie B che non aggiungerà nulla al nostro bagaglio culturale cinematografico, ma che, al contempo, non ci farà nemmeno sentire delle persone dai gusti poco raffinati per averlo visto.

Il film, in realtà, ha una sua importanza: esso si presenta non solo come l’undicesima incarnazione dell’assassino di Halloween, ma si propone come sequel diretto del film di Carpenter andando, così, a “cancellare” tutto quello che è stato girato prima del 2018. La saga continua poi con un sequel, Halloween Kills, per poi chiudersi con un terzo film, Halloween Ends, nel 2022.

Siamo sicuri che Myers avrà ancora molto da dire negli anni successivi!

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Antonio Messina

È nato a Catania il 2 gennaio del 1993. Ha frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre. Dopo il diploma segue due anni di Lingue e Culture Europee e Orientali a Catania, ma lascia per dedicarsi completamente alla stesura del suo primo romanzo, Le Ere dell’Eden – Genesi, una rilettura in chiave sci-fi delle origini di Dio, pubblicato, poi, nel 2015 per la casa editrice Carthago.

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