15 Giugno 2024

Di rabbia e risveglio; “Sfracelli d’Italia – L’Italia s’è desta?” di Nicola Costa

di Elisabetta Siotto

Sabato 22 (ore 21:00) e domenica 23 giugno (primo spettacolo: ore 18:00; secondo spettacolo: ore 21:00) allo Zō Centro Culture Contemporanee, andrà in scena Sfracelli D’Italia – L’Italia s’è desta?, scritto e diretto da Nicola Costa.

In attesa della prima, ho avuto la possibilità di assistere a una prova dello spettacolo, di dialogare col regista, di osservare le attrici e gli attori in scena e di intuire il clima che alberga nel Centro Studi Teatro e Legalità – Laboratorio Teatrale Accademico Permanente. L’opera, di per sé, ha come fine quello di risvegliare la coscienza sopita dei cittadini e delle cittadine, ma risulta ancora più significativa se contestualizzata e osservata nel suo spazio di realizzazione. L’atmosfera che si respira, infatti, è quella di un ambiente plurale e impegnato, in cui le singole sensibilità convergono e si uniscono, per incontrare, alla fine di un percorso durato un anno, la città e la consapevolezza del pubblico. Il teatro, pensato in questo modo, come spazio etico oltre che fisico, fuoriesce dalla dimensione dell’intrattenimento, ritorna alla polis e diviene lotta civile, animata da persone che vi pongono non solo impegno fisico e artistico, ma anche tutta la propria coscienza civica e il desiderio di comunicare la necessità di un mutamento, di un’azione che dal proscenio investirà la platea, metonimia, in questo caso, di società civile.

© Elisabetta Siotto

Sfracelli d’Italia, scritto da Nicola Costa circa otto anni fa come “un urlo necessario” e aggiornato sulla base degli ultimi fatti di cronaca, si presenta come una disamina politica e rigorosamente apartitica, una denuncia necessaria e difficile, volutamente aggressiva. Nasce dall’urgenza culturale e artistica del suo autore di scuotere il pubblico che sarà in sala, di risvegliare la rabbia e quel senso di responsabilità che l’annichilimento della coscienza collettiva hanno sopito, normalizzando lo sfracello, appunto, di un’Italia che sembra incapace di scuotersi da logiche malate e profondamente ingiuste. 

“Lo spettacolo”, spiega il regista, “è selettivo. O ti ci ritrovi o ti indigni”.

© Elisabetta Siotto

Se questa è la premessa, le domande successive sorgono immediate: noi italiani siamo svegli? Siamo ancora in grado di osservare e contestare le azioni di chi ci rappresenta? Siamo consapevoli del nostro immobilismo? Della nostra incapacità – o impossibilità concreta – di agire nella sfera pubblica? Sono certamente quesiti a cui è difficile dare una risposta univoca, in quanto la piena coscienza di ciò che ruota attorno alla nostra soggettività risulta spesso intermittente, ridotta al minimo dalla ricerca di uno stralcio di serenità. Le nostre vite quotidiane, oltre alle necessità della sopravvivenza, sono affollate di stimoli contrastanti, bombardate da notizie e dichiarazioni politiche – alcune più ridicole e oscene di altre – che rimbalzano attraverso i canali social e i mass media tradizionali. Non abbiamo il tempo di lasciar sedimentare ogni evento nella mente e di reagire nello spazio collettivo in modo propositivo. Lo scandalo e la logica illogica del malgoverno, della mala politica, sono ormai normalizzati, piatti e occupano la nostra attenzione per pochi secondi, per il tempo di un reel o di un notiziario, ma non restano davvero impressi. Diventano, al massimo, briciole di rabbia da covare, ristagnano nella violenza sociale e nella polarizzazione acritica, semplicemente: sono, ma non danno vita a reazioni civiche concrete. Non tante. Non abbastanza.

© Elisabetta Siotto

L’idea di questo spettacolo è dunque quella di stimolare le coscienze, di risvegliarle dal sonno della ragione per generare una riflessione che ponga il focus sulle questioni spinose e schiaccianti che dilaniano il nostro Paese. Questa tipologia di intenti è tipica del teatro del vero di Nicola Costa, come già abbiamo potuto raccontare l’anno scorso con Il Viaggio – Storie di migranti di ieri e di oggi. L’opera di quest’anno, però, tocca un altro genere di corde. Non è l’indifferenza, o semplicemente l’assopimento dello spirito del pubblico nei confronti dell’Altro il punto, bensì l’annichilimento e il disincanto della società civile, rassegnata al degrado e adagiata nell’indifferenza verso la dimensione collettiva. Tra i temi affrontati ci saranno il concetto stesso di democrazia, la distinzione tutta italiana tra furbi e fessi, l’indifferenza (particolarmente scottante, se si guarda alla bassissima affluenza alle urne delle europee), la perversione insita nel sistema di potere, l’informazione.

© Elisabetta Siotto

Una rappresentazione che promette, inoltre, di essere scevra da grandi sovrastrutture, con attrezzi e costumi di scena minimal, con un coinvolgimento diretto della platea, in un abbattimento della quarta parete che mira a sorprendere e rendere protagonista il pubblico. Il testo che potremo veder prendere vita sul palco riprende parole di grandi maestri come Gramsci, Dostoevskij, Gogol, Pertini e Pasolini, mescolandole alle sensazioni e alle cognizioni delle persone comuni, in un approccio citazionistico vicino al post-moderno, che con la somma di alto e basso giunge a sintetizzare uno spaccato piuttosto rappresentativo del degrado politico contemporaneo.

Il prezzo, piccolo e politico anch’esso, è di 10 euro.

In scena, in ordine alfabetico, troverete: Orazio Calì, Daniele Caruso, Tiziana Cosentino, Tiziana D’Agosta, Daniele Di Martino, Filippo Giurbino, Alfio Mazzaglia, Leonardo Nicolosi, Marco Sambasile e Lavinia Scalzo.

Assistente alla regia: Irene Galvagno.

© Elisabetta Siotto

Segnaliamo inoltre che sono ancora in corso i colloqui per l’anno 2024-2025 per il Laboratorio Accademico di Drammatizzazione Permanente del “Centro Studi Teatro e Legalità”, di cui Costa è direttore artistico. Le persone interessate possono richiedere informazioni chiamando il numero 3473554340, scrivendo alla pagina Facebook, o inviando una e-mail all’indirizzo nicolacostateatro@gmail.com.

© Riproduzione riservata.

Elisabetta Siotto

Nata il 25 dicembre 1995, è cresciuta a Nuoro, nel cuore della Barbagia. Dopo aver frequentato il liceo classico Giorgio Asproni e dopo aver maturato una piccola esperienza giornalistica con la testata online Globalist, è partita per il Sud alla scoperta della Sicilia.

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