12 Gennaio 2023

Il porno secondo Ska. Intervista all’autrice di “Sul porno”

di Valentina Savasta

Intervista a cura di Valentina Savasta

Equi-libri Precari ospita la sua terza scrittrice, Claudia Ska, autrice di Sul porno.

Foto di Marco Ragaini

Nata e cresciuta in Sardegna, Claudia Ska vive attualmente a Milano. Scrive da diverso tempo per Rolling Stone Italia, Frisson, The Millennial e MOW, nonché per il suo agitatissimo blog, Agit-porn, in cui dibatte di pornografia, sessualità, femminismo e autodeterminazione.
Sul porno – Corpi e scenari della pornografia è il suo primo saggio, pubblicato con Villaggio Maori nel settembre 2021.


titolo: Sul porno
autore: Claudia Ska
editore: Villaggio Maori Edizioni
anno: 2019
prezzo: € 14,00


Valentina Savasta: Nella “dichiarazione d’intenti” che precede il primo capitolo del libro sottolinei come il tuo sia stato più un lavoro di riscrittura che di scrittura, e di come vi sia stata una rimessa in discussione rispetto alla materia, scevra da preconcetti e vecchie convinzioni. Potresti parlarci di questo processo e di com’è nato, quindi, il tuo libro?

Claudia Ska: Avevo immaginato la struttura del libro e i suoi contenuti influenzata dalle narrazioni circa sessualità e porno ricorrenti nella mia bolla, una bolla che col tempo mi sono resa conto starmi stretta in particolare per la ricorsività delle argomentazioni, piuttosto deboli e faziose. Mettendomi a leggere testi più strutturati, spesso accademici, ho ampliato le mie vedute. Preziosissime le relazioni con persone che si occupano di porno a più livelli, dallo studio alla performance, talvolta entrambi. La scrittura del libro è stata quindi molto faticosa, perché ho dovuto mettere in discussione un impianto ideologico nel quale mi muovevo da alcuni anni. Solo ora capisco quanto sono rimasta invischiata in una logica che mi ha presa alla pancia, agendo sulle mie frustrazioni (condivise da molte altre persone, perciò si tratta di narrazioni che hanno attecchito in modo così tenace). Scrivendo mi sono resa conto di avere preso una cantonata, o quantomeno alcune delle critiche, seppure plausibili, erano e sono distorte e deviate da una serie di pregiudizi.

Ritratto di Claudia Ska, Agit-Porn.com

Supponevo di scrivere un saggio che avrebbe dovuto mettere in discussione la pornografia mainstream: è venuto fuori che ho messo in discussione la banalità con cui questa viene attaccata e criticata, usata come capro espiatorio. Inoltre, il mio libro parla poco di porno – se vogliamo -: ho tentato piuttosto di analizzare la cultura e la società in cui questo porno è inserito, di come queste si relazionano a esso. Da qui anche il titolo, Sul Porno. Mi interessa capire ciò che lo attornia, lo attraversa e come lo fa. Quello che mi ha arricchito nella scrittura è stato quindi il processo di apprendimento, ancora in essere e inesauribile.

V.S: Nel tuo saggio poni l’accento sull’influenza negativa che la società esercita sulla pornografia. Di riflesso, in che modo credi che la pornografia influenzi, o possa influenzare, positivamente la società?

C.S: Domanda difficile. Provo ad applicare al porno lo stesso approccio che ho ad altri generi. Il porno potrebbe influenzare positivamente la società in termini di libertà d’espressione, perché la rappresentazione di desideri, perversioni (come nel libro, anche qui uso questo sostantivo in accezione positiva. Amo molto questa parola!) e di quelle che di recente sono state definite “devianze”, il rapporto di tutti questi elementi e le emozioni che suscitano in chi guarda, secondo me, sono un’occasione per arricchirsi. Non tutto il porno ha un effetto catartico o è di qualità, come del resto non lo è tutta la letteratura, tutto il cinema, la musica e così via, ma è talmente esagerato – o dovrebbe esserlo, anche solo per il fatto che ci consente di vedere quello che le persone solitamente fanno nell’intimità – che è una valvola di sfogo, un inno alla libertà e alla gioia di godersela. Anche laddove vengano inscenate situazioni cosiddette problematiche (soprusi in senso lato, rapporti tra persone con una consistente differenza d’età e via discorrendo), ritengo che sia un’ottima occasione per riflettere e non per giudicare/giudicarci, ma per accogliere il mistero del desiderio erotico.

Ritratto di Claudia Ska, credits Miss Sorry di I am Naked on the Internet

V.S: Perché, a tuo parere, il patto narrativo con il fruitore di contenuti pornografici risulta più ostico rispetto ad altre tipologie di narrazione?

C.S: Non so se sia sempre stato così. Ipotizzo che possa essere dovuto anche alla presenza consistente di porno autoprodotto e comunicato come porno amatoriale, però potrei sbagliarmi. Credo che vedere delle persone che compiono davvero delle azioni, senza controfigure o espedienti scenici, confonda le idee e si finisca per sovrapporre il piano della realtà con quello della fantasia. Seppure dagli anni ‘90 si parla sempre meno di attrici e attori pornografici e sempre di più di performer pornografici, anche la performance è una messa in scena, ma sembra che un’ampia fetta di pubblico non capisca la differenza tra performance e realtà. Non che la performance sia falsa, sia chiaro, ma non è la vita vera: è, appunto, una rappresentazione di immaginari, desideri, fantasie.

V.S: Quali sono le cifre che distinguono la pornografia etica e quella d’autore dalla pornografia mainstream? Credi sia possibile coinvolgere la massa in una narrazione più ampia e variopinta sulla sessualità, che non si limiti all’atto sessuale con fine esclusivamente masturbatorio?

C.S: In questo anno in cui sono stata in giro per l’Italia a presentare Sul Porno c’è sempre stata una domanda sul cosiddetto “porno etico”. So che la mia risposta non sarà risolutiva, ma ci tengo a ribadirla forte e chiara. Non esiste porno etico laddove non esiste una società equa in termini economici e socio-politici. Non esiste porno etico fintanto che le persone che fanno lavoro sessuale saranno considerate persone di serie B e stigmatizzate. Non esiste porno etico se bisogna produrre a prescindere, perché il mercato è annoiato e ingordo. Non esiste porno etico se produci per non scomparire e non perché hai fame. Non esiste, infine, porno etico finché esiste il concetto di plusvalore.

Ritratto di Claudia Ska, credits Miss Sorry di I am Naked on the Internet


La domanda circa la differenza tra porno cosiddetto etico e mainstream è quindi mal posta. Se parlassimo di estetica e contenuti allora potremmo parlare di porno d’autore e porno mainstream, se invece affrontassimo la questione da un punto di vista economico, potremmo parlare di porno indipendente e porno di massa. Pertanto l’aggettivo etico, abusato e usato a sproposito (vedi bolla di cui ti parlavo nella prima risposta), è improprio e viene strumentalizzato. Rispetto alla seconda parte della domanda, rispondo con un’altra: a che pro un porno che non arrapi, che non porti le persone a volersi masturbare o fare sesso? Se penso a tutte le fantasie, pratiche e desideri rappresentabili, penso che la sessualità sia molto più che un paio di genitali che fanno cose. Detto questo, il porno è osceno ed è affascinante e inquietante per questo. Per favore, non censuriamo il suo potenziale e non tentiamo di edulcorarlo! Anzi, credo che la massa abbia bisogno di porno per emanciparsi dalle proprie frustrazioni e abbia bisogno di venire a contatto con parti profonde di sé per un processo di consapevolezza, quindi ben vengano le rappresentazioni variopinte, come dicevi, ma che siano zozze e che facciano venire voglia di mettersi le mani addosso!

V.S: In Difesa della pornografia, Nadine Strossen dichiara che «I diritti della donna sono minacciati ben più dall’azione di censura sulle immagini sessuali che dalle immagini sessuali stesse». Censurare, quindi, significa sacrificare il concetto di autodeterminazione. Quali altre implicazioni porta con sé la censura?

C.S: La censura porta alla paura e la sua diretta conseguenza, secondo me, è l’autocensura. Le persone smettono di esprimere opinioni, confrontarsi, dibattere e mettersi in posizioni scomode, funzionali al dialogo e quindi alla crescita, innanzitutto individuale. Genera insoddisfazione e alimenta la diffidenza, l’individualismo portato alle sue estreme conseguenze. D’altra parte, innesca un meccanismo di autodifesa e sopravvivenza, per cui menti brillanti e creative sono capaci di rispondere alla censura con idee sorprendenti e innovative, provocatorie e inusuali.

Ritratto di Claudia Ska, credits Miss Sorry di I am Naked on the Internet

V.S: Dalla lettura del libro si evince che secondo la tua visione il porno dovrebbe essere politico più che etico, ossia dovrebbe veicolare una prospettiva alternativa della società e delle relazioni, distanziandosi da modelli conformisti: che passi sono stati fatti in questa direzione, e quanti ancora bisogna farne?

C.S: Questa domanda mi mette particolarmente in crisi, perché da una parte mi sembra che siano stati fatti dei passi avanti e dall’altra sia in atto una sorta di involuzione. Nonostante apprezzi molti nuovi prodotti pornografici di varia natura (fanzine, estetica, contenuti audio-visuali), mi sembra che molti di essi siano conformisti a loro volta. Sono poche le produzioni che reputo dissonanti e originali, e credo che sia effetto della globalizzazione, perché è la stessa sensazione che provo quando viaggio e visito luoghi ormai gentrificati. Una sfilza di locali simili fra loro, graziosi e senza nulla da dire, che sia Milano o Barcellona, non importa, tutto molto bello e tutto così vuoto.

V.S: Siamo in chiusura; una sola domanda – che è, dopotutto, quella che potrebbe riassumerle tutte – resta da fare: chi è Claudia Ska? Quali sono le aspirazioni che la muovono? Quali sono i suoi progetti, se ce ne sono, da un punto di vista letterario?

C.S: Claudia Ska è un essere antropomorfo che cerca il suo spazio fisico e mentale tra oscenità ed elucubrazione.
La mia aspirazione attuale è perdere il controllo in modo costruttivo, uscendo dalla mia comfort zone. Da un punto di vista letterario, cito gli Afterhours: «Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo». Sono in una fase di profonda stanchezza, ma sento anche un forte desiderio di scrittura e vorrei avere tempo e modo per raccogliere le idee e i ragionamenti, organizzarli razionalmente e scriverli. Per ora mi godo il successo inaspettato di Sul Porno e le enormi soddisfazioni che mi sta dando. Voglio vivere a pieno questo momento ed esaurirlo, prima di buttarmi in altri ambiziosi progetti di scrittura.

Non ditelo alla mia editor!

© Riproduzione riservata.


titolo: Sul porno
autore: Claudia Ska
editore: Villaggio Maori Edizioni
anno: 2019
prezzo: € 14,00


Valentina Savasta

Nata a Catania il 6 aprile 1994, si è diplomata nel 2012 presso il Liceo Linguistico G. Lombardo Radice, dove la ricordano ancora come la paladina delle cause perse. Dopo parecchi anni sabbatici di lavoro e autoanalisi, ha finalmente deciso di seguire la sua passione iscrivendosi al corso di laurea triennale in Lettere Moderne all’Università di Catania, dove si è laureata nel giugno 2021.

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