12 Febbraio 2021

Osare, imparare, donare. “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach

di Giada Di Pino

La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare alla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior pare dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più di ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.

Il gabbiano Jonathan Livingston, Richard Bach

La storia del gabbiano Jonathan Livingston parte da qui, da questo dato essenziale: la sua diversità. Non si tratta di una diversità di aspetto, lui è un normale gabbiano come gli altri, cresciuto in uno stormo come gli altri. La sua diversità sta nelle sue intenzioni, nei suoi obiettivi, nel suo modo di guardare alla vita: dove gli altri gabbiani vivono per mangiare, lui vive per volare. Sembra quasi di poterlo vedere nei suoi voli acrobatici, nei suoi tentativi, nel suo osare ogni possibile tecnica di volo, come se Bach avesse una cinepresa al posto della penna, tanto la sua scrittura è precisa, densa, pittorica. La diversità, e soprattutto la diversità d’animo, ha però un caro prezzo, un pesante fardello che tocca sopportare: la solitudine. Una solitudine che non è immanente e non è per sempre. Nella seconda parte del libro, il gabbiano Jonathan, oltrepassato un altro piano dell’esistenza, trova amici e maestri: trova i suoi simili. Impara da loro ad essere ancora di più, ad andare oltre la realtà tangibile, a superare limiti che neanche immaginava esistessero. E capisce infine qual è lo scopo della sua esistenza, qual è lo scopo di ogni esistenza: il dono. Il dono di sé ad altri. Dono che si realizzerà, nella terza ed ultima parte del racconto, in un tornare indietro, un ritornare alle proprie origini, affrontare il proprio passato, ma soprattutto affrontare il mondo che lo aveva rifiutato. Questo romanzo non è altro che una favola, moderna e al tempo stesso antica come l’umanità. Qualunque sia la sua età, il lettore che si trova davanti a questo libro si trova in realtà davanti a sé stesso, alla sua vita, passata o in divenire che sia. Questo brevissimo romanzo di formazione è di una pregnanza e di un’essenzialità lancinanti nel grido che lancia a ciascuno di noi: non avere paura di essere diverso. Non avere paura di volare. Non avere paura di vivere la vita con pienezza. Vivi, non accontentarti di vivacchiare, di sopravvivere, vivi! Vivi la vita che ti è stata donata con tutta la tua forza, con tutto il tuo essere, con tutto ciò che sei. Vivi osando l’oltre. Vivi imparando. E vivi donando.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Giada Di Pino

Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante. 

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