8 Agosto 2022

Lissy è stata qui

di Elisabetta Siotto

Mattonelle scheggiate e una vecchia pelliccia, immagini che lasciano scie crude, un viaggio nel deserto, la ricerca del fuoco. Lissy è stata qui, tra le migliaia di volti coperti di sabbia della Giordania, sulla strada resa fangosa dal temporale, in un maneggio fuoriporta di Palmerston, sui marciapiedi sporchi di Toronto, in un giardino rugiadoso di una casa nella campagna canadese. 

Inafferrabile Lissy, coraggio di donna sfaccettata, violenta, manipolatrice e manipolata, strappata, una protagonista intensa, contrappunto e risalto di una narratrice timida, piccola, introspettiva, sola, defilata all’ombra di una bellezza stanca di sé stessa. Distrutta dal suo apparire, Lissy diviene fratello e sorella, vaga vivida tra i ricordi incrostati di rimpianto e la volontà voluttuosa di agire della narratrice. Attrazioni e repulsioni, un corpo bellissimo che si trasforma in un bozzolo raccapricciante di fanghiglia e croste. Fulcro di attenzione morbosa nel suo piccolo liceo, poi barbona, poi solo desiderosa di essere amata di un amore puro, possibile solo grazie alla forza ormai spenta del suo utero arido. Santa e puttana, tutte le valenze storiche della donna in un’unica capigliatura dorata. Ondeggia tra la dimensione reale e quella onirica, calca i palchi di una centralità quasi morbosa del divenire puro mezzo scarnificato per dare vita. 

Il romanzo di Andrea Carloni si compone di un intreccio complesso, che insegue una trama interiore, forgiata dal fuoco di un fine, finissimo citazionismo. Vive le tracce di un Novecento inglese modernista che appariva distante dalla letteratura contemporanea e che attraverso di lui rinasce. Ricalca un uso del flusso di coscienza alla Virginia Woolf, una poetica delle stanze chiuse, quasi soffocanti, delle piccole cose accumulate: le chincaglierie di una famiglia in decadenza come filo conduttore, desiderio distruttivo di lasciare segno e solco; il nucleo di tre esseri umani racchiuso in una piccola, dissonante, mattonella scheggiata. 

Casolari in legno e pietra, vita rurale, mentalità di provincia. 

Cosmopolitismo di “vetro e cemento”: tutto qui lo skyline di Toronto. 

Due tensioni. 

La fuga da un’esistenza piccolo borghese. Sadismi sottili attraversano le lande di un’interiorità in frantumi, che oscilla tra le volte di cieli stellati e luci artificiali forti, collant stropicciati e bucati, un calzino che si perde. 

Sono i dettagli a comporre questo romanzo. 

Colmano vuoti, riordinano idee, ricompongono gli arti, le gambe accavallate che ondeggiano un poco, accanto a mozziconi spenti e odore di sigaretta che fuoriesce da finestroni semiaperti. 

Alterchi derivanti da un intricato sfacelo interiore, due sogni complessi, diversi e irrisolti: dare vita. Su carta o dal corpo. Questo è tutto il romanzo, una formazione deformante, la crescita di due ragazze profondamente diverse, figlie uniche, morbosamente controllate o inevitabilmente abbandonate. “Lissy”, un nomignolo che è uno spregio, decretato da una donna dalla fine già scritta, votata a un’esistenza triste, reclusa, repressa, come tutte quelle che sfiorano la carta avoriata che compone queste pagine.  

Lissy è stata qui, viaggia, Lissy ha fatto sesso e ha preso una frusta in mano, Lissy è tossica, è depressa, è sola… ritrova nel suo controcanto narrante la forza vitale per compiere a piedi la strada che conduce alla polvere. Tutti i suoi desideri nascosti sono d’improvviso manifesti, come in un trucco di magia, come un caffè gelido che diviene bollente, per la forza elementare di un vecchio sciamano. 

Lissy diviene così Incubus, possiede la narratrice-amica in una tensione amara, nella stesura di un’eterna short story, inconclusa e inconcludente, come il desiderio di maternità di chi perdona, indifferente, uno stupro, in cambio di quattro soldi e un biglietto del treno. 

È questo ciò che resta del romanzo: periodi intrecciati, scene specifiche che si richiamano attraverso microscopici dettagli accartocciati, flashback e proiezioni capaci di condurre l’inconscio attraverso la ricerca di una rapsodica comprensione di sé.

Lissy è… 

Andrea Carloni, con stile maturo e definito, capace di registrare ogni scarto situazionale, incarna in lei tutti i possibili modi di essere donna e persona, tutta la fragilità dell’abbandono, tutta la percezione malata del rigetto. 

Narratrice in crescita, protagonista in regressione. 

Un romanzo fatto solo di punti di rottura privi di risoluzione.

Un romanzo scritto da una voce amara, assonanzata, che  nei disturbati spazi onirici offre il meglio di sé.Leggete Lissy è stata qui con un bicchiere di rosso e la Bohème musicata da Puccini. Cercate Lissy alla luce di una lampada dai colori caldi. Nel buio non si trova. Camminate con lei nelle campagne, in fuga, e gettatevi nei piani sovrapposti dei suoi volti stropicciati.

© Riproduzione riservata.


titolo: Lissy è stata qui
autore: Andrea Carloni
editore: Leonida Edizioni
anno: 2022
prezzo: € 18,00


Il nostro giudizio

Elisabetta Siotto

Nata il 25 dicembre 1995, è cresciuta a Nuoro, nel cuore della Barbagia. Dopo aver frequentato il liceo classico Giorgio Asproni e dopo aver maturato una piccola esperienza giornalistica con la testata online Globalist, è partita per il Sud alla scoperta della Sicilia.

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