È assolutamente per caso, per un fortuito accidente, per uno scherzo del destino, che Harvey Cheyne, figlio di un famoso imprenditore multimiliardario dell’America della seconda metà dell’Ottocento, si ritrova a bordo della We’re Here, un peschereccio che solca i mari dell’Oceano Atlantico del nord a caccia di marlin da essiccare e vendere alle cittadine costiere una volta finita la stagione di pesca.
A nulla gli serviranno il suo nome, la fama di suo padre, i soldi che può promettere, i libri che ha studiato, i capricci e i pianti: l’unica cosa che il ragazzo potrà fare sarà adattarsi alle condizioni del mare, scendere a compromessi con l’Oceano, giocare alle sue regole.
Iniziare una nuova vita, che somiglia più a una lotta per la sopravvivenza.
In questa barca popolata da rudi e schietti pescatori, forgiati dalle tempeste e dalle difficoltà del mare, con l’aiuto e l’amicizia di Dan, con cui ha in comune solo la giovane età, Harvey subirà la più bella e dolorosa delle metamorfosi: da ragazzino malaticcio, arrogante e borioso a uomo, temprato nel corpo e nello spirito.
E cos’è poi la lotta con il mare se non la lotta con la vita stessa?
E cosa l’adolescenza, se non un sentirsi improvvisamente in balia di forze che non si è capaci di controllare e che tentano di prendere continuamente il sopravvento?
Poche cose servono però in fondo per vincere questa battaglia: un’indomabile forza di volontà e il valore dell’amicizia, la capacità di fare squadra contro quella grande tempesta che è la vita.
Per mezzo della sua prosa dura e incisiva, che non risparmia tecnicismi e passaggi bruschi e impervi, in perfetta sintonia con l’oggetto della narrazione, Rudyard Kipling, autore dei famosissimi Libri della jungla e premio Nobel alla Letteratura del 1907, con questa sua grande metafora, che è prima di tutto un grande romanzo, pietra miliare della letteratura per ragazzi, ci avverte:
gli uomini, i veri uomini, saranno solo coloro che non si tirano indietro davanti al duro lavoro e alle difficoltà, coloro che affrontano la vita a testa alta, «come una locomotiva lanciata a corsa folle nell’oscurità della campagna».
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Il nostro giudizio
Giada Di Pino
Ha lavorato presso la Leonida Edizioni, ha frequentato il Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e ha svolto uno stage presso Il Saggiatore. Oggi lavora come editor freelance e come insegnante.
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