1 Ottobre 2022

Un more of the same in classico stile Disney. “Pinocchio”, regia di Robert Zemeckis

di Antonio Messina
Pinocchio, regia di Robert Zemeckis (2022).

A partire dal 2010 la più importante casa di produzione di cartoni animati, ovvero la Disney, con Alice in Wonderland decide di lanciare quello che in futuro sarà uno dei progetti più prolifici del grande schermo: i live action

Si tratta di pellicole che riproducono in chiave più o meno realistica i classici più famosi, talora ricalcando pedissequamente il progetto originale, dalla trama agli ambienti, fino alla riproduzione delle movenze e dei dialoghi dei personaggi. Nell’arco di dodici anni, lo spettatore ha potuto godere della rivisitazione del Re Leone, de Il Libro della Giungla, di Aladdin, di un La Bella e la Bestia di cui salviamo solo l’apparizione a sorpresa di Ian McKellen e Stanley Tucci.

Non solo: anche alcuni cattivi sono stati riadattati per il grande schermo, fornendo loro delle backstories che spiegano il motivo per cui sono diventati malvagi, annullando la propria identità per assumere spesso quella di eroi incompresi.Nonostante ciò, le tasche della casa di produzione si riempiono ampiamente grazie ai successivi adattamenti, e nel 2022 la Disney porta sulla propria piattaforma digitale, Disney +, il live action del Pinocchio del 1940. La storia è nota a tutti: un povero ebanista tenta di rimpiazzare il proprio figlio morto con un burattino ricavato da un ciocco di pino – da qui il nome Pinocchio.

Quello che non si aspetta è che, grazie ad una magia generata da un desiderio profondo e sincero che ha evocato la Fata Turchina, il burattino prende vita. Il bambino di legno si rivela da subito un discolo capace solo di mettersi nei guai, adescato dal Gatto e dalla Volpe, che lo conducono in un vortice di follia sempre più aberrante: il burattino sarà, infatti, parte dello show di Mangiafuoco (Giuseppe Battiston) – un burattino che si muove senza fili, che spettacolo! – portato nell’infernale Paese dei Balocchi e, infine, preda di un’enorme balena. Il tutto mentre Mastro Geppetto (Tom Hanks) cerca il legnoso figlio disperso.Il film segue per filo e per segno il cartone animato che, dal canto suo, tenta di riadattare la storia scritta da Collodi per il grande pubblico.

Il Pinocchio del 2022 non teme le critiche di quello che è il pubblico ristretto di abbonati alla piattaforma digitale e si avventura in un riadattamento che ha il tipico sapore di nostalgia e novità. 

Anche se le scene sono prese di peso dal cartone, movenze del burattino comprese, ci sono alcuni cambiamenti. Innanzitutto, la tanto criticata Fata Azzurra, che viene interpretata dalla cantante Cynthia Erivo; abbiamo poi un paio di personaggi che nel cartone fungevano da semplici comparse, che qui sono dei veri e propri aiutanti. Per ultimo, la balena, che tutto sembra essere tranne che un semplice pesce, quanto più un kaiju uscito direttamente da un manga di lovecraftiana memoria.

Se la Fata viene criticata dal pubblico per il colore della pelle – sia Collodi che il cartone la rappresentano come una donna bionda e bianca, quasi una Marilyn Monroe dai poteri magici – noi vogliamo fare, invece, un appunto sull’interpretazione: la gentilezza del personaggio sembra essere stata presa e gettata nell’umido e Cynthia Erivo si ritrova a interpretare una fata boriosa e saccente. 

Inoltre, il doppiaggio italiano fatto sulla cantante risulta essere quanto mai fuori luogo e il consiglio che vi diamo è quello di vedere la scena dell’iconica canzone – che diventerà, poi, “l’inno” della Disney – in lingua originale: troppo evidente l’asincronia tra la canzone tradotta e il movimento delle labbra.

Ci ha fatto brillare gli occhi, invece, la scena degli orologi a cucù che suonano all’unisono, che forse da sola vale la visione dell’intera pellicola. 

Di contro, se il Paese dei Balocchi sembra essere stato fedelmente riprodotto o addirittura reso ancora più terribile grazie alla computer grafica e al caos che è facile riprodurre in una pellicola del genere, il carrozziere Postiglione (Luke Evans) perde totalmente la propria mefistofelica identità e diviene quasi una caricatura di Jack Sparrow.

Quest’ultimo Pinocchio è un film godibilissimo, e vogliamo sottolineare la fedeltà delle canzoni: da quella del Gatto e della Volpe, quando rapiscono a tutti gli effetti l’ingenuo protagonista, fino a quella interpretata dallo stesso Pinocchio durante lo spettacolo di burattini. Canzone, quest’ultima, che ha riscosso talmente tanto successo da essere riutilizzata in chiave dark e decisamente più minacciosa in Avengers: Age of Ultron dal villain, per affermare la propria libertà.

A conti fatti, c’è davvero poco da dire riguardo a questo adattamento: la Disney produce l’ennesimo prodotto per famiglie che, nonostante il finale e altre piccole differenze, non si discosta dal cartone originale e torna a fare sognare grandi e piccini. Il tutto senza tenere conto dei passati adattamenti della fiaba scritta da Collodi, di cui ricordiamo con grandissimo piacere quello diretto da un quanto mai magistrale Garrone con la partecipazione di Benigni, il quale, nei panni – finalmente! – di Geppetto, riesce a saldare un vecchio debito con il compianto Fellini.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Antonio Messina

È nato a Catania il 2 gennaio del 1993. Ha frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre. Dopo il diploma segue due anni di Lingue e Culture Europee e Orientali a Catania, ma lascia per dedicarsi completamente alla stesura del suo primo romanzo, Le Ere dell’Eden – Genesi, una rilettura in chiave sci-fi delle origini di Dio, pubblicato, poi, nel 2015 per la casa editrice Carthago.

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