18 Febbraio 2023

KINOTHON: would you lie with me and just forget the world?

di Serena Costa

Mi astengo dal leggere il risvolto della mia anima, quando il cuore va fuori controllo e il suo battito mi stordisce le orecchie più della musica che mi assale. La cassa trema sulla mia schiena, alzo le braccia, non vedi che sventolo bandiera bianca? Sudo freddo perché vorrei ballare, perché ho i capelli troppo corti e il vento non può spettinarli e tu sei lontano. Eppure leggo la tua pelle nelle immagini che si succedono davanti ai miei occhi, quei segni indelebili che solo io so riconoscere, quelli che ancora non so decifrare, quelli che forse mi saranno sempre estranei e poi quelli che tu hai lasciato sulla mia pelle. L’indagine è profonda, viviseziona un dolore mal nutrito e una felicità obesa, poi improvvisamente si allontana da me con un ghigno malevolo di scherno. Intravedo qualcosa che si muove dentro di me attraverso immagini sovrapposte, contrapposte. Il colore mi stordisce, il bianco mi mozza il fiato già corto. Tutta l’armonia sta nella disarmonia della comunicazione che entra in trance. Sei lontano. Questo suono fortissimo è il mio stomaco vuoto, l’intestino che si contorce, posso sentirli, posso vederli. Posso stendermi con te sotto le luci psichedeliche dello schermo: sento la consistenza delle tue labbra sottili, il loro sapore mi crea dipendenza

«”KINOTHON visual + sound impro” è il progetto di improvvisazione visiva/sonora di Alessandro Aiello (Canecapovolto, Scuola FuoriNorma) e Francesco Di Martino (Frametek, Frame Off). Il suono bizzarro di vecchie tastiere Casio modificate e delle drum machines condiziona in tempo reale la struttura delle immagini proiettate, ma anche, viceversa, attraverso l’uso di un software che rimonta e trasforma immagini di Cinema/Fotografia/Televisione/Internet in un flusso continuo. Assonanza, dissonanza. Nulla è Vero. Tutto è Permesso!».

© Kinothon

Così presentano ufficialmente il loro progetto Francesco Di Martino e Alessandro Aiello. Il 19 gennaio ho assistito alla loro performance alla libreria Zaratan di Siracusa,  la prima tappa del loro nuovo tour che fra febbraio e aprile girerà attraverso la  Sicilia orientale. Tre appuntamenti saranno a Catania, uno a Ragusa e uno a Scicli. Le apposite pagine sui social sapranno certamente fare pubblicità meglio di me ai singoli eventi che si svolgeranno, così passo la palla. 

Posso però introdurvi a un’esperienza la cui riuscita esula di molto dalla volontà dei due artisti. Dando per accertato il loro talento, sempre che vogliate fidarvi delle mie parole, l’effetto che produrrà su di voi è imprevedibile a loro quanto a voi stessi. Molto dipenderà dalla vostra predisposizione fisica ed emotiva, quella che forma la vostra personalità e quella che cambia di momento in momento, in base a impulsi, interni o esterni,  aggressivi o confortanti che siano. Spero che siate pronti a un’alienazione dalla vita ordinaria, dalle consuetudini rassicuranti, dagli usati pensieri che con le unghie ci fanno tenere aggrappati al tanto desiderato equilibrio. 

© Kinothon

Spero che riusciate ad accedere a una dimensione onirica e che per la durata della performance vi adagiate ai piedi dello schermo, lasciandovi andare, lasciandovi trasportare, inermi come dentro la placenta materna. Potrete comunque scalciare e contorcervi, ma sarete rinchiusi senza poter staccare gli occhi dallo schermo, nonostante brucino, avvinti a una musica inevitabilmente violenta, quasi disturbante, come il suono primitivo e sempre evitato di un animo indomito e senzatetto, come i suoni di un corpo vivo ascoltati dall’interno degli organi. Potreste averne repulsione e perfino dichiararlo, mentre qualcosa in fondo allo stomaco vi renderà irresistibile il ritmo della distorsione. 

© Kinothon

Lo so che sembra una follia perché ogni immagine, che provenga dal cinema, dalla fotografia, dalla televisione o da internet, può generare un numero indeterminabile di pensieri, emozioni, sensazioni, ricordi, sogni. Sono molti gli occhi, molti gli sguardi che incontrerete, e che guarderanno dentro di voi. Potreste anche decidere, semplicemente, di alzarvi dalla sedia e ballare. Perché potreste essere sopraffatti e aver bisogno di metabolizzare l’esperienza, potrebbe darvi nuovi tarli o risvegliarne di vecchi, ma potrebbe anche avere la funzione catartica di liberarvene. 

© Kinothon

Ci sono delle immagini e dei suoni che continuano a ripetersi nei momenti più inaspettati, nei momenti meno opportuni o più opportuni. Dipende dai punti di vista. Non le ho elaborate, non le hai metabolizzate, lo credevo, lo credevi ma poi ho avuto uno spasmo allo stomaco e tu un brivido che ti ha percorso la colonna vertebrale. L’ho tracciata io con le dita, con le unghie lunghe come mai prima. Monica al mattino cammina sul corso, se alza lo sguardo ne incontra cento. Monica cammina nel deserto postmoderno fra ciminiere fumeggianti: i vapori l’avvolgono e tutto diventa rosso e tutto diventa verde e tutto diventa giallo. Vorrebbe che tutte le braccia del mondo l’abbracciassero, tutte le braccia del mondo non basterebbero. Stringo la tua mano, mi guardi e sorridi, lo sai che sto come lei e sogno una spiaggia rosa di corpi di carne avviluppati contro il cielo terso. Abbiamo inventato gli dei per guarire un dolore e dargli un senso. La vedi Jean che zompetta per il boulevard coi giornali in mano? Ti ha chiesto: cosa scegli fra il nulla e il dolore? Quanto è sincera la tua risposta? Quanto è scontata? Io ho scelto, indovina la mia risposta guardando le prime rughe intorno ai miei occhi, contando quante ne compaiono se rido sguaiata.

© Riproduzione riservata.

Il nostro giudizio

Serena Costa

Nata ad Avola il 3 settembre 1994 si è diplomata al liceo scientifico Ettore Majorana nel 2013. Si è iscritta in giurisprudenza e ha studiato per tre anni con abnegazione e ottimi risultati prima di affrontare una crisi definibile identitaria che l’ha riportata alla passione più profonda che ritiene coincidere con la sua natura: la letteratura.

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